"Propaganda Live", un talk show fuori dagli schemi che ci aiuta a riflettere sulla quotidianità con sguardi trasversali

Zoro ha il merito di mantenersi sul filo dell’ironia, senza rinunciare a momenti di puro sarcasmo.

"Propaganda Live", un talk show fuori dagli schemi che ci aiuta a riflettere sulla quotidianità con sguardi trasversali

In onda dal 2017, “Propaganda Live” (La7, venerdì ore 21.15) condotto da Diego Bianchi in arte Zoro è un talk show sull’attualità politica del tutto particolare, sia per il formato che per il tono generale con cui affronta gli argomenti. Erede naturale di “Gazebo”, in onda su Rai3 dal 2013 al 2017, il programma propone reportage sui principali fatti politici e sociali, realizzati dallo stesso Zoro con l’immancabile telecamera portatile e commentati in studio con l’aiuto degli ospiti fissi Marco Damilano, direttore dell’Espresso, Francesca Schianchi della Stampa e Marco “Makkox” Dambrosio, disegnatore di talento.

Il punto di vista sulla cronaca è leggero ma non superficiale. Bianchi fa largo ricorso ai social, che utilizza per commentare le “gesta” dei politici attraverso i post del “popolo”. Lui stesso, del resto, prima di approdare stabilmente in prima serata si è fatto conoscere nei primi anni Duemila come blogger, dando vita sul suo canale Youtube a “La Z di Zoro” e alla rubrica “Tolleranza Zoro”.

Non è difficile per “Propaganda Live” distinguersi dalla magmatica offerta dei talk dedicati alla politica, che troppo spesso insistono sulla contrapposizione fra tifoserie opposte, su dibattiti fra leader politici tendenti più alla prevaricazione che alla chiarezza, dalla preoccupazione di ottenere ascolti più alti invece che dalla tensione a fornire al pubblico un servizio informativo.

Laureato in Scienze politiche e già content manager di Excite Italia, dal 2010 tiene sul Venerdì di Repubblica una rubrica fissa in cui dà voce alla sua verve di opinionista, Zoro ha il merito di mantenersi sul filo dell’ironia, senza rinunciare a momenti di puro sarcasmo, trovando il modo di dar voce al popolo della rete che tanto fa tendenza ma senza perdere mai il timone della trasmissione, che riesce a condurre in porto in diretta sapendo gestire efficacemente gli ospiti fissi, gli invitati, i servizi giornalistici, le incursioni grafiche di Makkox e gli accompagnamenti musicali della band in studio.

Fra i momenti topici del programma, la lettera che il presidente Mattarella inviò in occasione dell’ultima puntata della scorsa stagione, rispondendo negativamente a una richiesta di intervista ma esprimendo al contempo tutto il suo “apprezzamento per la trasmissione, anche per come ha seguito, con sguardo scanzonato ma mai banale, la complicata fase delle consultazioni per la formazione del governo. Quando mi è stato possibile vederla, purtroppo non di frequente – concludeva il Capo dello Stato – mi sono davvero divertito”.

In un’epoca in cui il dibattito politico si è spostato dalle sedi istituzionali alle piazze virtuali, che vedono ministri e vicepremier costantemente presenti sui social media (molto più che nei luoghi dove invece dovrebbero effettivamente essere per ruolo ricoperto e funzione esercitata), un programma come questo aiuta il pubblico a restituire all’attualità politica le giuste proporzioni.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Sir