Continua il sogno della ciclopedonale nel verde di via Zize

Venerdì 17 maggio, laddove sorgeva il prefabbricato dell'ex scuola Waldorf è stato inaugurato uno spiazzo per gli studenti della scuola Leopardi e un ulteriore pezzo di pista ciclabile che collegherà la parte ovest del quartiere Arcella. Una soddisfazione per i residenti e per Antonio Huaroto, che da anni concentra i suoi sforzi per migliorare questa realtà

Continua il sogno della ciclopedonale nel verde di via Zize

Diciotto anni fa gli studenti della scuola elementare Giacomo Leopardi, nel quartiere Arcella, non erano nemmeno nati.
Diciotto anni fa, Antonio Huaroto, cittadino italo-sudamericano errante ma che ha trovato il suo piccolo mondo a San Bellino, era già in strada a osservare il quartiere, a coinvolgere gli abitanti della zona per lottare contro il degrado.

Due anni fa l’avevamo incrociato lungo una piccola parte del suo sogno, la ciclopedonale tra via Zize e via Induno , un passaggio che una volta terminato del tutto, attraverserà gran parte dell’area ovest dell’Arcella. Un chilometro di pista, un boulevard percorribile a piedi, col passeggino o in bicicletta che da via Antonio da Murano porterà fino a parco Morandi.

Venerdì 17 maggio, Antonio Huaroto era ancora lì, sempre in via Zize, sempre raggiante e composto e con gli occhiali da sole che nascondono sopracciglia cispose e occhi piccoli.
Occhi che guardavano verso il futuro anche quando, agli albori del 2000, era più comune parlare di edificazione e di ulteriore cemento, e lui già pensava al verde, a una vita di cittadinanza sostenibile. 

Davanti alla scuola Leopardi, in una mattinata di festa che ha visto la partecipazione dell’assessore ai lavori pubblici, Andrea Micalizzi, e dell’assessore al verde, Chiara Gallani, tra studenti, genitori e curiosi residenti, è stata inaugurata un’altra piccola porzione della pista ciclabile.
Ma non solo, perché per gli studenti è stato realizzato un enorme patio, mentre ai lati sono stati predisposti 16 posti macchina per invogliare ulteriormente i più grandi a lasciare lì l’auto.
Lì dove sorgeva l’ex scuola steineriana Waldorf, i cui lavori di smantellamento del prefabbricato hanno subito rallentamenti a causa dell’amianto ritrovato in quantità superiori a quelle ipotizzate. 

«Sono passi fondamentali anche se la lotta al degrado dovrebbe avere tempi più brevi perché per progettare una riqualificazione di quartiere è necessario che i residenti possano vedere con i propri occhi i lavori e gli effetti anche se – racconta Antonio Huaroto, portavoce del comitato “Vivere bene a San Bellino” – capisco perfettamente che l’amministrazione ha dovuto espropriare terreni incolti di privati e bonificare l’area, un’operazione molto delicata. E’ passata una generazione, io ho iniziato quando mio figlio era studente della scuola Briosco, però, posso dire viva il comitato perché è un lavoro davvero di partecipazione dal basso dove ha funzionato il dialogo tra Comune, scuole e abitanti».

Gli studenti accavallano le loro voci per l’entusiasmo di elencare le iniziative che si possono fare in questa area: attività sportive, chi propone il calcio e il basket, chi addirittura scherma, intervalli all’aria aperta e anche merende.
Il tutto avendo anche uno sguardo al verde: nel progetto totale di 450 mila euro (per la realizzazione dell’intera pista ciclabile) sono stati piantati 47 alberi per migliorare la qualità dell’area e ritagliarsi un pezzo di tranquillità all’interno della città.

Per anni i bambini hanno visto dalle finestre delle loro aule gli operai impegnati nella rimozione della struttura, oggi possono correre sotto lo sguardo più sereno dei genitori che ringraziano per un percorso sicuro che permetterà ai loro figli di raggiungere la scuola lontano dai pericoli.

«E’ una giornata molto importante perché l’Arcella ha bisogno di uno spazio come questo  – sottolinea Michela Bertazzo, dirigente scolastico – che al momento è a disposizione della scuola e quindi verrà chiuso fuori dalle ore di lezione, ma se in futuro troveremo un’associazione disponibile a gestirlo garantendo sorveglianza e sicurezza, allora sarà un modo per aprirlo ancor più al quartiere»

Huaroto sorride nel sentire lo schiamazzo dei bambini, mentre qualche genitore, riconoscendolo, lo ringrazia per la sua costante presenza e attivismo nel quartiere.
Ma i suoi piccoli occhi, come detto, sono sempre proiettati al nuovo, un incessante pensiero a quello che sarà.
Si fa serio e dice: «Questa pista ciclabile deve collegare il Brenta con il centro storico o per lo meno la zona stazione. Adesso, proprio ora, non dobbiamo fermarci».

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