Gruppo polis: come stare vicino alle persone al tempo del Coronavirus?

Vicinanza fisica e distanziamento sociale sono due concenti difficili da far convergere l’uno nell’altro. In questi giorni di emergenza sanitaria le realtà che si occupano di persone in situazione di svantaggio stanno sperimentando nuove modalità per non perdere il contatto con i propri ragazzi. Il Gruppo polis di Padova ha mantenuto attivti quasi tutti i servizi sperimentando nuovi modi di comunicare.

Gruppo polis: come stare vicino alle persone al tempo del Coronavirus?

Il Gruppo polis, che dal 1985 lavora per dare una risposta concreta alle persone in difficoltà, ha riorganizzato tutti i suoi servizi a cominciare dalle comunità alloggio per la disabilità “Biancospino” e “Abitare il Tempo” all’interno delle quali sono entrate di diritto le videochiamate per mantenere un filo diretto con i famigliari degli utenti e proseguire i colloqui con la psicologa.

«La relazione - spiega Debora Leardini, psicoterapeuta di Gruppo Polis - è lo strumento principale dell’accompagnamento e del progetto educativo di supporto alla persone che in questo periodo si è un po’ perso e per questo fin da subito abbiamo deciso di portare avanti i colloqui individuali con delle videochiamate. Avevo un pregiudizio iniziale su questo strumento ma, invece, a distanza di un mese posso dire che funzionano. In questo momento si sono rotti degli equilibri e siamo tutti dentro una fragilità quindi quello che possiamo fare per aiutarci è ascoltarci e starci vicini».

Nelle comunità alloggio sono entrate nuove attività, come la visione di film, che hanno preso il posto di quelle che prima i ragazzi svolgevano sul territorio. E sono state potenziate le attività in giardino: dalla ginnastica dolce, al giardinaggio, alla cucina e all’aperitivo analcolico diventato ormai un rito delle 17 che rendere le giornate più leggere e piacevoli.

Il centro diurno “La Bussola”

Il centro diurno per senza fissa dimora “La Bussola” continua a essere aperto e operativo, ma sono state sospese tutte le attività, i laboratori e gli sportelli. Ogni giorno dalle 12 alle 16, rispettando tutte le misure di sicurezza, sono garantiti pasti, una persona per tavolo; le docce e il servizio di lavanderia, invece, si usano a turno uno alla volta.

Laboratorio occupazionale protetto

«Il Laboratorio occupazionale protetto (Lop) - spiega Fabio Gallo, responsabile del servizio - è aperto in questo tempo di emergenza perché è uno dei servizi che il comune di Padova ritiene necessario. Abbiamo attivato due turni di accesso giornalieri per gli utenti così da poter rispettare tutte le norme igienico-sanitarie necessarie. Di media ogni giorno abbiamo 12 o 13 utenti che in questo modo possono continuare a ricevere un corrispettivo economico, assolutamente rilevante per loro».

Abitazione protetta “Casa Viola”

Le donne vittime di violenza dell’Abitazione protetta “Casa Viola” fanno fatica a sostenere questo ulteriore isolamento, ma gli operatori continuano a far loro visita in casa, rispettando con estrema attenzione tutte le indicazioni di sicurezza.

Centro antiviolenza Civico Donna

La convivenza forzata con il partner maltrattante non consente a molte donne di poter telefonare al Centro antiviolenza Civico Donna e parlare liberamente. Il Gruppo polis ha attivato il canale messenger attraverso la propria pagina facebook, così da offrire una possibilità di contatto in più.

Sospesi i centri diurni “Mosaico” e “Attivamente” e il Servizio uomini maltrattanti

Sospesi, invece, in applicazione della circolare della Regione Veneto del 6 marzo 2020, i Centri diurni per la disabilità “Mosaico” e per la Salute mentale “Attivamente”. Le telefonate, i gruppi whatsapp e le videochiamate sono l’unico mezzo con il quale gli operatori riescono a esse vicini alle famiglie e a stimolare la socializzazione tra i ragazzi sostenendoli il più possibile in questo momento così complesso.

Interrotto, anche, il Servizio uomini maltrattanti ma gli operatori continuano a fare colloqui individuali al telefono con ognuno degli uomini che di solito seguono le attività del servizio, cercando così di mantenere un contatto con tutti attraverso gruppi whatsapp in broadcast. Un lavoro necessario per evitare che cali la motivazione e che quindi qualcuno di loro abbandoni tutto il lavoro fatto ricadendo in atteggiamenti violenti.

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Fonte: Comunicato stampa