Maltrattamenti e abusi sui minori: aumentano le segnalazioni dalle scuole

A denunciare maltrattamenti e abusi raramente sono i minori. «Spesso l'abuso non è proprio vissuto come un fatto traumatico, per il minore può rientrare anche nella normalità. A volte le segnalazioni arrivano dai genitori quando ovviamente non sono loro gli abusanti, mentre sono tante e sono aumentate nell'ultimo periodo quelle che provengono dalle scuole, dai luoghi frequentati dai minori grazie ai centri di ascolto presenti in quasi tutti gli istituti».

Maltrattamenti e abusi sui minori: aumentano le segnalazioni dalle scuole

«L'incontro con figure professionali come gli psicologi e gli psicoterapeuti ha permesso che arrivino sempre più segnalazioni dalle strutture scolastiche». A dirlo è Daniela Scarpetta, ispettrice di Polizia della squadra mobile della Questura di Roma, pedagogista famigliare, psicologa dell'emergenza e psicotraumatologa. Di fatto «i maltrattamenti sono un dato abbastanza rilevante, ma anche gli abusi sessuali nei confronti dei minori sono numericamente risaltanti», aggiunge l'ispettrice. Si tratta di maltrattamenti e violenze perpetrate anche su bambini «piccolissimi. Abbiamo visto casi di minori di 2-3 anni, e il riferirsi proprio all'infante è una caratteristica della vittima tipica del pedofilo».

La maggior parte delle violenze «avvengono tra le mura domestiche o nei luoghi protetti, dove sappiamo che i nostri figli dovrebbero essere al sicuro: nelle palestre, nei centri estivi, nei luoghi sportivi, negli asili e nelle scuole materne. In questi casi i genitori se ne rendono conto attraverso i racconti dei propri figli – precisa Scarpetta – si trovano di fronte a dichiarazioni che lasciano spazio a situazioni non chiare. Così, cercando di ricostruire i fatti, giungono da noi e ci raccontano situazioni in cui bisogna intervenire in maniera abbastanza tempestiva».

A livello operativo qualsiasi adulto che veda segni di violenze e/o maltrattamenti «deve segnalare il caso alle Forze dell'Ordine o a chiunque che, in qualche modo, possa fare qualcosa per interrompere le condotte violente e abusanti. Può andare in Questura, in Commissariato, alla Caserma dei Carabinieri, in Tribunale o comunque farsi aiutare per gestire le segnalazioni. Oggi – ricorda l'ispettrice – esistono sul territorio numerose situazioni, luoghi, dove ci si può far aiutare. Dobbiamo diffondere l'informazione che non si è soli».

La denuncia in anonimo «si puo' sempre fare. A volte è anche comprensibile perché non è facile raccontare fatti di questo genere. Una denuncia anonima potrebbe aiutare a indicare che qualcosa sta succedendo, in questo modo poi andrà approfondita». Scarpetta, tuttavia, chiarisce: «Le denunce a segnalazioni anonime possono arrivare solo non fisicamente in una Questura. Nel momento in cui un ufficiale di polizia giudiziaria o una collega ricevono una notizia di reato, c'è l'obbligo, soprattutto per questi reati, di informare l'autorità giudiziaria per aprire un procedimento penale. La situazione in anonimato può essere gestita magari mandando un'email, piuttosto che una lettera o un'informazione verbale in maniera indiretta, ma non nei luoghi preposti ad affrontare i reati». L'ispettrice assicura che «tutto quello che arriva, anche in forma anonima, nei luoghi giusti viene sempre valutato, analizzato per vedere se sia attendibile e se ci siano riscontri oggettivi che ci fanno pensare che quella segnalazione sia veramente riferita o si riferisca a fatti accaduti. La denuncia – conclude – si può fare anche tramite Pec».

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Fonte: Dire - www.dire.it