Scuole paritarie. Ora intervenga lo Stato

Scuole paritarie: l'Assessore Regionale Donazzan afferma che sono una presenza indispensabile. In Veneto sono stati stanziati 6 milioni di euro per CIGS per evitare la bancarotta. «Ma ora intervenga lo Stato». Nei giorni scorsi la Fidae aveva apprezzato il sostegno di 2 milioni di euro per la didattica a distanza delle scuole paritarie, ma, aveva aggiunto in un comunicato che serve qualcosa in più se vogliamo garantire la riapertura di tutti gli istituti quando ricomincerà l’anno scolastico. 

Scuole paritarie. Ora intervenga lo Stato

«Condivido la preoccupazione per il rischio di ‘bancarotta’ espressa dai superiori maggiori degli ordini religiosi per le scuole paritarie». L’assessore regionale all’istruzione e formazione, Elena Donazzan, fa proprio il grido di dolore che proviene dal mondo delle scuole cattoliche paritarie, chiuse da febbraio e senza proventi per pagare i dipendenti. «In Veneto queste scuole offrono – ricorda l’assessore - un servizio educativo a due terzi delle famiglie con figli da 0 a 6 anni, e per quelle della primaria e dei gradi successivi, una qualità figlia di una tradizione radicata e rispettata. A questa presenza, che in molti casi è vera e propria supplenza ai vuoti del servizio statale,  si aggiunge il contributo che gli enti religiosi hanno storicamente dato e continuano a dare allo sviluppo delle scuole della formazione professionale. Tutte queste scuole rischiano di non poter più proseguire l’attività, pagando così il prezzo di una parità scolastica che è rimasta solo una enunciazione di principio, ma non è ancora realtà».

«La Regione Veneto è a fianco di queste scuole da sempre – fa presente l’assessore -  anche in quest’ultima drammatica fase, nella quale abbiamo previsto l’estensione della cassa integrazione in deroga anche agli enti gestori della formazione professionale e delle scuole paritarie e a tutti i dipendenti delle scuole gestite dalle Ipab che, in quanto enti di diritti pubblico sarebbero rimasti esclusi dai provvedimenti governativi. Lo sforzo economico compiuto con la nuova previsione di bilancio ci ha consentito di recuperare 6 milioni di euro, che destineremo prioritariamente ai gestori e ai dipendenti delle scuole paritarie. Ma ora – conclude Donazzan - c’è bisogno di una risposta significativa da parte dello Stato».

Nei giorni scorsi le scuole paritarie si sono mosse per far sentire le proprie ragioni.

A inizio aprile (il 9 per l'esattezza) la presidente Nazionale Fidae, Virgini Kaladich aveva apprezzato il sostegno di 2 milioni di euro per la didattica a distanza delle scuole paritarie, ma, aveva aggiunto in un comunicato «serve qualcosa in più se vogliamo garantire la riapertura di tutti gli istituti quando ricomincerà l’anno scolastico, molto probabilmente a settembre».  «Serve un fondo straordinario per garantire gli stipendi ai docenti e poi per venire incontro alle famiglie che stanno continuando a pagare le rette è necessario introdurre la piena detraibilità di tutte le rette pagate durante l’emergenza. Dispiace vedere le dichiarazioni di alcuni senatori – ha concluso la Kaladich – contrari ad ogni tipo di aiuto perché secondo loro si penalizza la scuola pubblica. Evidentemente non sono a conoscenza del fatto che in Italia, per legge, il sistema scolastico pubblico è fatto di scuola statale e scuola paritaria. Far chiudere le scuole paritarie, negandogli i fondi in questo momento di emergenza, significa portare al collasso tutto il sistema scolastico».

E subito dopo Pasqua il Sottosegretario della CEI, Don Ivan Maffeis ha lanciato l’appello a favore delle scuole paritarie affinché il Governo salvaguardi una parte integrante del servizio scolastico pubblico e preservi un presidio educativo fondamentale nel nostro paese.  «Condivido quello che il Sottosegretario CEI ha scritto e in particolare come Fidae, da sempre, ci stiamo battendo per far capire che allo Stato non si chiedono privilegi né elemosina, ma il riconoscimento di un servizio pubblico che queste realtà assicurano nel pieno rispetto della legge sulla parità scolastica (la 62/2000). È una battaglia prima di tutto culturale ma se non possiamo aprire una breccia da questo punto di vista almeno che si tenga in considerazione l’aggravio di spesa, come sottolinea Don Ivan Maffeis, che peserebbe sulla collettività nel caso in cui a settembre tante scuole paritarie non fossero nelle condizioni di riaprire. Lo stato emergenziale dovuto al Covid-19 non può e non deve modificare, in maniera peggiorativa, il nostro sistema di istruzione perché è dalla scuola che questo paese, una volta superata l’emergenza sanitaria, dovrà ripartire», ha dichiarato Virginia Kaladich.

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Fonte: Comunicato stampa