Più di uno sportello di orientamento al lavoro

Essere operatore di servizio civile per un'associazione come Popoli Insieme, può farti capire quanto il lavoro dignitoso e giustamente retribuito sia una delle più grandi emergenze del nostro Paese.

Più di uno sportello di orientamento al lavoro

Sono le 10 di mattina e fuori dalla porta d’ingresso dell’associazione Popoli insieme in via Briosco 11 a Padova (a due passi dall’Orto Botanico) Mohammed e Blessing aspettano pazientemente il loro turno per poter entrare e raccontare la loro situazione lavorativa. 

C’è chi ha finito da poco di lavorare come magazziniere, e dopo uno o più rinnovi di contratti a tempo determinato si trova ora a riniziare da capo, con un curriculum più lungo e se va bene un patentino muletto nel taschino. C’è chi ha un contratto di pulizie da quattro ore a settimana e vorrebbe trovare un impiego più stabile, sebbene a causa degli impegni di cura verso la figlia di appena 5 anni può garantire disponibilità solo dalle 8 e alle 15. C’è chi, a 70 anni suonati di cui almeno 30 anni vissuti in Italia, ha visto il proprio contratto di lavoro come badante stracciato poiché si è ammalato e l’agenzia l’ha rimpiazzato con un’altra persona che preme all’ingresso del mercato del lavoro per un contratto di anche solo di qualche settimana. 

Amadou, Patricia, Farah vengono dal Congo, Perù, Siria, ma sono prima dell’etichetta che l’essere nati in uno stato può affibbiargli: persone che sono nate nella parte, economicamente parlando, più sfortunata del mondo rispetto alla nostra, e per necessità hanno deciso di provare quella traversata che per troppi significa morte. Una scelta tutt’altro che inconsapevole, di prendere questo rischio pur di ricominciare a sperare che ci sia un futuro, un destino, diverso da quello che gli è stato assegnato, inshallah

Allo sportello si ascoltano le storie, si prova a ricostruire nelle poche e inadeguate righe di un curriculum esperienze, traumi, saperi e capacità che non conterrebbe neanche un intero libro. Si capisce quale lavoro potrebbe fare per Alì o Yvette, che parlano un italiano stentato, e come presentarsi in maniera idonea per risultare attrattivi, senza mentire sulle effettive competenze richieste dall’annuncio. Si tenta di simulare domande e risposte, in un italiano spogliato di quante più parole superflue possibile, che queste persone incontreranno nel loro colloquio. Ed infine si cerca di trasmettere quelle conoscenze di base sui diritti che queste persone, in quanto lavoratori possono rivendicare e imporre di far rispettare, all’interno di una società che nel lavoro “nero”, “grigio” e precario vede la più grande e vera emergenza di questo paese.

Questo e molto altro è lo sportello lavoro che si svolge ogni martedì nella sede dell’associazione assieme all’operatore dell’area lavoro, e che dietro alla rabbia, all’urgenza e alla disperazione di molte persone che arrivano, regala davvero sorprendenti e inaspettate soddisfazioni. 

Alex Barboni

Alex Barboni, 29 anni, padovano, ha studiato e ha lavorato a Padova e a Torino. Ha deciso di dedicare un anno al servizio civile universale presso l’associazione Popoli Insieme, ente che si occupa di accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati e processi di integrazione sul territorio.

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