Centro di gravità permanente. Il Sinodo diocesano nelle parole di Franco Battiato

Maggio 2021. A quarant’anni dall’uscita dell’album La voce del padrone, che ha consacrato Franco Battiato – scomparso nella notte tra lunedì e martedì scorsi – le parole del suo brano più fortunato tornano a ronzarmi in testa più insistentemente che mai..

Centro di gravità permanente. Il Sinodo diocesano nelle parole di Franco Battiato

«Cerco un centro di gravità permanente», cantava Battiato evocando una vecchia bretone, capitani coraggiosi e gesuiti euclidei. La Chiesa di Padova, di certo, il suo centro di gravità permanente lo ha sempre avuto ben chiaro nel volto di Cristo, ma dopo secoli di storia non rinuncia alla ricerca. La cifra del cammino intrapreso domenica 16 con l’indizione del primo Sinodo diocesano dopo il Concilio Vaticano II è tutta qui: la Chiesa che fu di Prosdocimo e Giustina, che accolse Antonio e Leopoldo non ha paura di fare fatica e di andare. Il coraggio e la speranza non le mancano, ora dovrà dare prova di essere capace di mettersi in preghiera, in ascolto e di rimanere unita.

Sarebbe interessante sentire da tutti i preti e i laici – i più partecipi come i più lontani – quale sia il loro centro di gravità permanente. Anche se l’augurio non è affatto quello che “non gli faccia mai cambiare idea sulle cose sulla gente”, per tornare a Battiato. Anzi: che il cammino porti punti di vista nuovi, che rimuova le incrostazioni del già visto e già saputo, rivalutando così persone e situazioni, aprendo strade nuove, generando esperienze rinnovate di Dio.

Il Sinodo non vagherà di certo per i campi del Tennessee (e siamo a La cura, nell’album L’imboscata del 1997) ma per gli ampi spazi della Padovana Bassa sì, proprio come per i corsi d’acqua del Veneziano, per i Colli euganei e pedemontani, per i filari valdobbiadenesi e le vette feltrine e dell’Altopiano. Aiuterà la Chiesa di Padova a realizzare di essere un «essere speciale», anche se diversa da quella di poco tempo fa, a cui il Signore porterà «soprattutto il silenzio e la pazienza» per percorrere insieme «le vie che portano all’essenza» e aiutarla a dire al meglio, oggi, a chiunque ne abbia bisogno, «io sì, che avrò cura di te».

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