«Quando avevo 8 anni, alle scuole elementari, la maestra ci mostrò la foto di un bambino africano e ci chiese che cosa potevamo fare per lui. Io dissi: vendere qualcosa, raccogliere dei soldi e mandarglieli. La maestra mi rispose: “giusto! Ma ancora meglio sarebbe andare lì per aiutarlo”».
Storie
La famiglia Carminati. Daniela, aprendo una cartellina di documenti e fotografie conservata dai suoi genitori, ha scoperto un “tesoro”. Ha scelto di indagarlo e ne è nato (non solo) un libro
L’arte del Trecento a Padova è diventata materia ispiratrice degli studenti del Ruzza, indirizzo “Moda professionale industria e artigianato per il made in Italy”. Analizzato l’intero ciclo dell’Urbs picta, gli studenti hanno colto tendenze usi, suggestioni dell’epoca, dando vita a una cinquantina di abiti.
Alberto Rigoni è da sempre appassionato del mondo dei treni. Questo l’ha portato a collezionare segnali, scambi, binari e pure passaggi a livello. Un ex ferroviere napoletano, poi, gli ha donato la sua raccolta di “carte”: regolamenti, funzionamenti e orari...
Volgendo lo sguardo all’insù, veniamo sovente colti da un turbinio di pensieri, emozioni che vanno dallo stupore nel cogliere qualcosa di immensamente più grande di noi, alla curiosità che ci spinge a conoscere e ricercare spazi lontani, al senso di mistero nel percepire che, al di là di ciò che in parte vediamo in quei bagliori luccicanti, c’è ben di più.
Una “donazione” del 1459 alla cattedrale di Montepeloso (ora Irsina), per mano del sacerdote Roberto de Mabilia, ha generato relazioni ancora oggi intense
Donne all’arrembaggio sono una ventina di cittadine dai 30 fino ai 70 anni che hanno deciso di mettere a disposizione forze e creatività per abbellire il comune e strappare un sorriso di benessere a chi ci vive. Il messaggio è chiaro: “Prendiamoci cura del bene comune”
«Risale al 1996 la nostra prima visita alla missione diocesana di Nyahururu in Kenya».
Scrittore ma anche, e prima ancora, insegnante, giornalista, traduttore... Partigiano; accademico italianista in Inghilterra; paladino della cultura anglosassone in Italia; rigoroso demolitore di ogni retorica, in particolare di quella appiccicatagli addosso dal ventennio fascista; estremo cantore senza nostalgia del mondo dialettale e contadino della Provincia vicentina; portavoce di una comunicazione linguistica fatta di impegno civile, pensata per capire e capirsi non per parlarsi addosso; precoce sperimentatore di quel “dispatrio” che oggi tocca, nolenti o volenti, a molti giovani italiani.
Al maestro Gastone Rizzo, inventore del club Franco Bollino, è dedicato il francobollo di Marco Ventura per i cent’anni dalla sua nascita. Il maestro Rizzo, originario del Veronese, si diplomò all’educandato San Benedetto nel 1940. Aveva una vera passione per i francobolli con cui insegnava storia, scienze, letteratura... ai suoi alunni
Improbo per chi sta sopra la terra, immaginare ciò che in realtà pochi e arditi possono esplorare e svelare ciò che si nasconde sottoterra. Al punto che il senso di scoperta e stupore di uno speleologo, riesce a cancellare di botto tutte le fatiche che deve affrontare. Sensazioni che si leggono distintamente sui volti di chi sa di aver fatto una scoperta geologica di grande interesse, e doverla comunicare a chi si trova in superficie.
Xiang dim sum è il ristorante aperto, nel quartiere Arcella di Padova, da Giada, nata in Italia 35 anni fa da genitori cinesi. Ha lasciato la città per studio, ma la passione per la cucina l’ha spinta a credere in questa avventura. Con una filosofia differente da mamma e papà
«Sono cresciuto a Venezia, nel centro storico, Dorsoduro, vicino alla basilica di Santa Maria della Salute. Anni Ottanta, allora una città ideale per un bambino, tanti pericoli – le macchine per esempio – naturalmente non esistevano, poca criminalità e via a giocare, per calli e campielli. Ricordo che facevamo pure calcio tennis, la “rete” era proprio uno stretto canale, io da una parte delle fondamenta, il mio amico dall’altra e quando la palla finiva in acqua, giù in barca a riprenderla ed è capitato non poche volte che ci finivamo noi dentro l’acqua, però non era alta. Una Venezia quella con una popolazione maggiore di adesso, ora che c’è un numero spropositato di gente che invece la usa e la spreca».
L’idrovora di Santa Margherita di Codevigo In principio furono i romani, poi la Repubblica di Venezia e nel 1922, un secolo fa, un convegno a San Donà di Piave gettò le basi per la bonifica moderna nazionale. E l’impianto a sud di Padova è tuttora un punto di eccellenza
La vita di un sacerdote che ha seguito fino in fondo la sua coscienza e che con tenacia ha sognato e dato vita al progetto di una casa per i bambini senza famiglia.