Storie

Corridoi umanitari. Gli operatori italiani seguono per anni le famiglie che iniziano in Italia una nuova vita. Ma come vive il milione e mezzo di siriani nell’ex Paese dei cedri? Nei campi le minacce sono continue e c’è chi vive in garage o in case in costruzione

Un Natale speciale grazie a un presepio ritrovato. Ha il sapore della favola d’altri tempi quanto accaduto in località Frassanelle, a Rovolon. Qui, circondata da boschi secolari, si erge solinga Villa Papafava che risale al 1500, riportando alla memoria la gloriosa storia di questa blasonata famiglia nobiliare, la cui linea di sangue li vuole discendere diretti dai Carraresi, signori medievali di Padova.

Tre storie di ordinaria sopravvivenza richiamano l’annuncio fatto carne dentro la grotta di Betlemme più di duemila anni fa. Sono storie raccolte tra invisibili e scartati che solo lo sguardo di chi resta umano riesce a far diventare primi.  Due giovani in fuga dal Paese d’origine approdati a Padova con una bambina in arrivo. Una donna di mezza età aggredita dall’Alzheimer, ma accudita dagli anziani genitori. Una straniera in Italia che attende la cittadinanza

Un signore d’altri tempi, cosi è ricordato a Campoverardo, Giacomino Giantin, scomparso nel 2009. Grazie alle scelte espresse in sede istituzionale e le risorse predisposte dall’amministrazione comunale di Camponogara, all’impegno di alcuni tra i più attivi giovani del gruppo parrocchiale Noi e di altri concittadini che fanno parte del gruppo culturale Il Troso, che si occupa di storia e tradizioni locali, lo scorso 3 ottobre è stato intitolato a Giacomino Giantin il piccolo parco di fronte alla chiesa parrocchiale.

La schermitrice olimpica Francesca Bortolozzi oggi è maestra della storica As Comini 1885 Padova scherma dove ogni giorno incontra ragazze e ragazzi che, grazie allo sport, hanno l’opportunità di diventare più forti e motivati

Maria Carola Cecchin, suora originaria di Cittadella, è stata riconosciuta pochi giorni fa Serva di Dio da papa Francesco. Una vita spesa a inizio ‘900 nelle missioni del Kenya, quella di suor Maria Carola, che ha donato tutta se stessa per far conoscere Gesù ai popoli africani e riscattarli dalle condizioni di miseria. Consorella della congregazione del Cottolengo di Torino, è morta a 48 anni sulla nave che la riportava in Italia, il suo corpo “sepolto” nelle acque del Mar Rosso. «Una buona morte pagherà tutto» è stato il motto ricorrente della sua vita.

«Come calciatore ero bravino, tecnico, ma mi mancava intanto la fisicità, non ero potente e nemmeno avevo la cosiddetta vis agonistica. Per come la vedo adesso, arrivo a dire quasi una eccessiva educazione, che ha finito per inibirmi un po’ sul piano dell’aggressività. Bello da vedere insomma, niente di più: Allievi a Vicenza, poi non riconfermato, campionato Berretti a Montebelluna e idem… Pensavo di aver chiuso col calcio e la mia fortuna è stata l’Isef, potendo così occuparmi comunque di sport».

Paolo Venturini, maratoneta e sportivo di prove estreme, ha sempre amato allenarsi sui Colli, «uno dei posti più belli del mondo», finché è riuscito ad andarci ad abitare. A Bastia la sua palestra restano la natura e le sue stagioni. Venturini da atleta della Polizia di Stato ha girato il mondo, si sente cittadino “senza frontiere”: ogni Paese, ogni razza, ogni situazione gli hanno insegnato qualcosa di importante. Oggi allena ragazzi a cui serve prima un educatore

«Chi mi dice che qualcuno di voi non sia chiamato a rendere testimonianza allo Spirito Santo anche con il proprio sangue. Se la Provvidenza chiedesse questa sublime testimonianza, ebbene il vostro eccelso privilegio sarà quello di unire il vostro al sangue di Gesù perché sia seme fecondo di fede e di santità?».