Storie

La potenza delle immagini così passeggere quanto eterne. Mai come quest'anno segnato dalla pandemia e da ricordi disorientati a causa di giorni, settimane e mesi uguali, le fotografie realizzate in tempo di Covid-19 ricuciono sentimenti, inquietudini e speranza

Di magliaie non si sente parlare più. Eppure ancora ce ne sono – anche se pochissime e alcune hanno base sui Berici – di donne che lavorano con telai, filati e tessuti. Erano un “esercito” dal dopoguerra e fino agli anni Novanta... Graziella e Sonia Pacchin, madre e figlia, producono maglieria per i grandi marchi del lusso: «Abbiamo molte soddisfazioni, anche se il settore è in crisi»

Dopo 45 anni di servizio le suore francescane elisabettine di Padova il 20 gennaio hanno lasciato il Caritas Baby Hospital, l’unico ospedale pediatrico di tutta la Cisgiordania, che si trova a Betlemme poco distante dal muro di sicurezza e dal checkpoint e che è diventato punto di riferimento non solo per le famiglie di Betlemme, ma anche Hebron e dintorni. Una partenza sofferta, ma annunciata da tempo e legata alla mancanza di vocazioni. 

Fino a qualche mese fa raccoglieva da solo i rifiuti abbandonati, munito di bicicletta e carrettino. Oggi Luciano Strabello, 64 anni, ex falegname di Montagnana, conta sull’aiuto di 70 volontari. Sono i “Raccoglitori di inciviltà altrui”, che tutte le settimane passano al setaccio intere zone della Bassa padovana e del Basso veronese. E si impegnano a sensibilizzare i concittadini, soprattutto le nuove generazioni.

Nella giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone che ricorre l’8 febbraio, la storia di Promise ricalca quella di tante giovani donne attirate nel nostro paese con l’illusione di una vita migliore, mandate poi a prostituirsi nelle strade o nelle case private. Equality, cooperativa padovana che opera anche in altre province venete, si batte ogni giorno per cercare di arginare, non solo queste tratte, ma tutte le tipologie di sfruttamento di esseri umani.

Al civico 93 di via Tiziano Aspetti, nel quartiere Arcella, la famiglia ebrea Sabbadini gestiva una gelateria, ma quando iniziarono a temere per le proprie vite, si trasferirono dal quartiere a nord di Padova a Vigodarzere, ospitati da una famiglia di contadini. Il 24 dicembre 1943 furono presi e deportati. Solo Sylva, al tempo quindicenne, e sua madre Ester Hammer sopravvissero nel campo di concentramento di Auschwitz. Loro furono due dei tre sopravvissuti degli ebrei padovani passati da Vo' Vecchio. Sylva ha raccontato la sua storia solo nel 2008, dopo oltre 60 anni di silenzio, ed è morta a 91 anni nel giugno 2019.

Falconeria Serenissima è il nome dell’associazione culturale fondata da Valter Zanin, 59 anni, falconiere di Cadoneghe, per far conoscere la falconeria sportiva e salvaguardare i rapaci in via di estinzione. Valter, alcuni anni fa, si è innamorato di questa arte. Nella sua tenuta si trovano falchi, gufi, poiane, barbagianni. Uccelli rari da vedere e che, assicura lui, sanno trasmettere qualcosa di unico. 

L'addio a Mons. Riondato. La Diocesi piange il sacerdote di Rivale di Pianiga che si è spento a causa del Covid-19 il 6 gennaio, a cinque giorni dal compimento del secolo di vita, dopo una vita passata quasi interamente all’Istituto Barbarigo, la scuola paritaria della diocesi

"La transumanza della pace" è un progetto di solidarietà nei confronti della popolazione di Sbrenica ritornata nel 2002/2003 a vivere nella zona teatro di guerra e di un massacro costato 8.372 morti. Erano agricoltori, ma sono tornate le vedove e i ragazzi nati nel periodo della guerra. Era necessario recuperare prati e pascoli infestati dalle felci e riportare l’allevamento. Gianbattista Rigoni Stern ha portato 180 manze rendena, bovini rustici adatti alla montagna, e dato vita a un percorso per recuperare le aree e dare un reddito alle famiglie. 

La forza per tutto questo però viene dalla memoria dice Gianbattista Rigoni Stern: «Questa è la mia storia, quella di un luogo  dove 100 anni fa la guerra ha distrutto tutti i paesi, sconvolto prati e pascoli, costretto profughe le popolazioni civili. Una storia comparabile con questa serba del 1992/95».

Lo scorso 8 novembre, a 44 anni, ci ha lasciato Piergiorgio Cattani, giornalista, scrittore e fine pensatore. Nonostante la degenerativa distrofia di Duchenne di cui soffriva, non si era fatto ingabbiare, lui osservatore del mondo di oggi e sognatore affamato di futuro. Nel ricordo di chi ha avuto la fortuna di camminargli accanto nella vita è rimasto un grande insegnamento sul senso delle fragilità di ciascuno nonostante la degenerativa distrofia di Duchenne di cui soffriva, non si era fatto ingabbiare, osservatore del mondo di oggi e sognatore affamato di futuro.