Basso Isonzo. Pomodori di socialità: coinvolgimento dei detenuti, contrasto al cemento e futuro green

Le mani di Zaccaria sono inesperte ma curiose. A nove anni, afferra i pomodori uno alla volta toccandone la loro rotondità color rubino quasi come fossero tante piccole palline da gioco. E come un gioco, operoso e divertito, ha riempito le sue tre piccole cassette.

Basso Isonzo. Pomodori di socialità: coinvolgimento dei detenuti, contrasto al cemento e futuro green
 Poco più in là ci sono le mani scolpite da tempo eppure delicate di Giovanna, ora pensionata, che sradica le erbacce che minacciano le piantine con le “bacche” più utilizzate nella storia dell’essere umano. E poi c’è Stefano che accarezza le mani dei suoi figli e come una grande attività familiare si sporcano le dita di terreno e di esperienza nell’afferrare pomodori su pomodori. Tutti assieme, con le schiene ricurve, ma con enormi e coinvolgenti sorrisi. E succede a Padova, nel sud della città, nel Basso Isonzo...