Dal terremoto alla terra: "Amatrice terra viva"

A settembre 2016 ad Amatrice quando ancora la terra tremava cinque donne riunite intorno a un focolare domestico hanno avuto l'idea di “Amatrice terra viva” un comitato che ha la terra come madre e la vita come speranza.

Dal terremoto alla terra: "Amatrice terra viva"

Il 24 agosto 2016 alle 3 e mezza del mattino in centro Italia la terra ha tremato squarciando le case e gli animi delle persone, bloccando il tempo nell’attimo esatto in cui la paura ha pervaso ogni essere vivente e interrompendo i progetti futuri di una terra che fino al gennaio successivo è stata in balia di forti eventi sismici.

In quei mesi ad Amatrice, tra le case crollate, i luoghi di culto distrutti e le vite sospese, cinque donne si sono ritrovate ogni sera in una cantina per il rito della cena comune e nel loro dolore si è fatta largo la consapevolezza che per affrontare la furia della natura bisognava ricominciare proprio dalla terra, coltivandola mentre ancora le scosse la facevano sobbalzare. È così che, intorno a un focolare domestico, è nata l’idea del comitato “Amatrice terra viva”. 

«Un comitato – spiega Marco Santori, presidente della Fondazione Etimos – che è di Amatrice quanto del Veneto perché io affondo le mie radici semplici, vere e solide in quella terra e ho voluto mettere a disposizione di “Amatrice terra viva” tutta l’esperienza maturata da Etimos nel gestire progetti post-emergenza, per far emergere una progettualità dal basso che è tipica dell’approccio della nostra fondazione».

Il comitato, che ha la sua sede a Padova, fin da subito da un lato ha dato vita a raccolte fondi finalizzate al sostegno e alla promozione del territorio di Amatrice, dall’altro ha raccolto intorno a sé gli agricoltori della zona e cominciato a lavorare per provare a riscoprire antichi grani, con l’obiettivo di riunire il maggior numero di aziende agricole del territorio, promuovere la conversione al biologico, affrontare il problema dei cinghiali, trovare e valorizzare i semi antichi autoctoni e formare gli agricoltori da inserire poi in una filiera produttiva che garantisca loro un giusto valore della produzione.

«Durante l’emergenza – prosegue Santori – ho ascoltato un buon numero di agricoltori, ci siamo confrontati, ho messo insieme più persone e ho fatto mie le loro difficoltà, convinto dell’importanza di restituire a quelle persone un tessuto economico e comunitario già nella fase del post-emergenza».

Il primo passo importante è stato quello di coinvolgere Alce Nero, di cui Etimos è socia dal 2004. Il marchio, nato dall’unione di oltre 100 agricoltori e apicoltori che dal 1970 producono cibo biologico sano per l’uomo e rispettoso per la natura, ha iniziato a lavorare ad Amatrice sostenendo il progetto “100 ettari di terra viva” attraverso il quale, mentre ancora il terremoto flagellava la zona, ha seminato 100 ettari di terra.

Così, dopo il duro inverno, la scorsa estate è stato possibile raccogliere il primo grano post-terremoto, anche con l’aiuto di 16 ragazzi padovani che hanno vissuto una settimana ad Amatrice. Il 29 luglio si è tenuta la prima festa della trebbiatura che ha coinvolto agricoltori, gente comune ed esperti del settore. Con la farina prodotta, grazie al coinvolgimento di Fan (una joint venture tra Alce Nero e Farmo, azienda specializzata nella produzione di alimenti gluten free) è iniziata la produzione del frollino "Amatrice": il biscotto a forma di cuore che è diventato il simbolo della rinascita di questo territorio.

«In quindici mesi – conclude Santori – abbiamo ridato una speranza concreta agli abitanti di quella terra, cercando di dare centralità alle persone e credito a un’impresa che ai più poteva sembrare marginale».
Nei prossimi mesi il comitato “Amatrice terra viva” sarà sciolto, non prima però di aver investito i fondi rimasti per l’acquisto di macchinari che saranno il punto di partenza della neonata associazione di agricoltori “Amatrice per la vita” che ha lo scopo di strutturare un marchio locale che darà riconoscibilità ai prodotti del territorio (dal grano alle patate ai legumi) e avrà la supervisione metodologica e agronomica di Alce Nero.

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