Edoardo Gorini, attuale allenatore del Cittadella. Passione oltre i limiti

«Sono cresciuto a Venezia, nel centro storico, Dorsoduro, vicino alla basilica di Santa Maria della Salute. Anni Ottanta, allora una città ideale per un bambino, tanti pericoli – le macchine per esempio – naturalmente non esistevano, poca criminalità e via a giocare, per calli e campielli. Ricordo che facevamo pure calcio tennis, la “rete” era proprio uno stretto canale, io da una parte delle fondamenta, il mio amico dall’altra e quando la palla finiva in acqua, giù in barca a riprenderla ed è capitato non poche volte che ci finivamo noi dentro l’acqua, però non era alta. Una Venezia quella con una popolazione maggiore di adesso, ora che c’è un numero spropositato di gente che invece la usa e la spreca».

Edoardo Gorini, attuale allenatore del Cittadella. Passione oltre i limiti
Sabbia e sintetico. «La mia prima società è stata l’Alvisiana, su, a Sant’Alvise, con me pure mio fratello maggiore e c’era anche mio padre, che mi ha anche allenato, sai com’è, mica semplice per via delle aspettative in più. Con i vaporetti o anche a piedi, pure da solo. C’erano tante società allora, ora ce ne sono di meno, l’Alvisiana ha cambiato nome, si chiama Pro Venezia adesso e quel nostro campo, un tempo di sabbia, ora è sintetico. Segno dei tempi».Avanti col calcio. «Nel settore giovanile del Venezia...