Il calcio e le donne? Se riescono nel lavoro...

Incontri ravvicinati: Giancarlo Murru, “mister” del Calcio Padova femminile, alla sua prima esperienza sul campo con le donne. «Incuriosito e ammirato. Sbagliato pensare sia un "altro sport" da quello maschile».

Il calcio e le donne? Se riescono nel lavoro...

«Ero curioso, soprattutto curioso.
Vedo come le donne, oggi come oggi, si stiano sempre più affermando, nel mondo del lavoro, anche nella politica. Poco da fare, hanno quella loro intraprendenza, quella loro tenacia. Non a caso, basta chiedere a qualsiasi imprenditore: certo, se non ci fosse quella “necessità” della maternità, tutti preferirebbero assumere delle donne, sicuro. E così mi domandavo e mi domando: come mai per loro solo pallavolo, pallacanestro eccetera? Sono convinto che se facessimo un test, mettendo lì davanti a un bambino e a una bambina dieci oggetti, che so, una lampadina, un pupazzo, una palla e così via, per prima cosa entrambi andrebbero proprio verso la palla, lei, così rotonda, priva di spigoli, per me qualcosa di rassicurante».

«Sì, quella sullo spogliatoio, io che tra i maschi ci stavo proprio bene lì dentro, per annusare l’aria, per capirli e conoscerli ancor più, è la prima domanda che mi sono fatto: come faccio adesso? Poi ci si abitua naturalmente: loro si preparano e quando sono pronte, il capitano viene a dirmelo, così entro.

Sempre in orario, serie e precise, alcune da lontano, da Rovigo o Venezia, è lo stesso. Ti giudicano naturalmente, al loro modo, notano subito se non sei preparato e bisogna stare attenti a quel che dici, a come lo dici: ricordano tutto, anche i minimi particolari. Ragazze mature, chiedono e vogliono sapere e così anche tu allenatore devi adeguarti, darti da fare, essere pronto a dare messaggi, indicare strade. Non puoi certo metterti a fare il dittatore, servirebbe a poco, anzi, a niente. Diciamo che ora sono un po’ meno duro che con i maschi, però non sono mai stato uno che ha calato le cose dall’alto, con tutte le mie squadre ho sempre creduto e praticato il dialogo». 

«E la volontà che dimostrano, l’impegno che ci mettono.
Un calcio che non ha ovviamente la forza di quello maschile – adesso poi sempre più agonistico – ma con le ragazze puoi vedere più gesti tecnici, anche più fantasia e direi che assomiglia un po’ al maschile di un tempo, con in più il fatto che qui ancora non è arrivato il dio denaro, che tanti danni ha fatto e ancora fa specie tra i dilettanti. Alle ragazze manca in genere quel calcio “di strada” che un tempo si faceva, ma vedo il lavoro che fanno qui con le ragazzine, come insistono sulla tecnica e c’è da essere ottimisti, già il livello sta crescendo e ancor più continuerà a crescere».

«A livello di squadra Primavera il campionato ancora forma poco, con appena due-tre squadre competitive e tutte le altre che perdono le partite con una montagna di gol ogni volta, il nostro invece è molto impegnativo, dunque molto formativo, con squadre come il Milan, l’Inter, l’Atalanta, il Meda, campi e stadi all’altezza; idem pure sul piano logistico, con tre trasferte sino in Sardegna: anche così s’impara. 
I genitori? Forse è una sensazione, forse sono proprio loro i primi a sapere che qui non è come con i ragazzi, dove basta anche poco per arrivare sulle pagine dei giornali: qui no, non ancora almeno e diciamo che ci sono meno aspettative, ecco. Tre allenamenti la settimana, martedì-mercoledì-venerdì, s’inizia alle 19.30. Ammetto, ero scettico e contrario, ma mi sono ricreduto: il sintetico potrà magari creare delle problematiche sul piano degli infortuni, ma vuoi mettere come si lavora? Pioggia o non pioggia, il terreno è sempre uguale e sul piano della tecnica – che è la base di tutto – si lavora proprio bene.

Ripeto: non hanno la forza dei maschi, ma tutto il resto c’è, bisogna dar loro del tempo, si vedrà che sviluppo: è solo un’interpretazione diversa, ma non è un altro sport, proprio per nulla».

Il profilo

Alla sua prima esperienza al femminile, Giancarlo Murru viene da una lunga attività nel settore maschile: con Maserà, Vigonovo, sia Saonara che Villatora prima della fusione, poi pure col Saonara-Villatora, Casalserugo e Cadoneghe. Per parecchi anni presidente della sezione padovana dell’Associazione italiana allenatori calcio, è tuttora – per l’Aiac – presidente dell’organo di vigilanza che ha sede a Coverciano. Commercialista, vive a Padova.
L’Asd Calcio Padova femminile gioca nel girone B della serie B; la presidentessa è Sabina Baldina e il campo di gioco è il comunale “Vermigli”, in erba sintetica.

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