Padre Giuseppe Contran, mancato il 27 dicembre 2019. Un frate per i bisognosi del Centro America

Padre Giuseppe Contran, frate minore francescano, nato a Vigorovea nel 1941, è stato missionario per 47 anni in El Salvador e Guatemala. Per 21 anni, fino alla sua scomparsa il 27 dicembre 2019, è stato direttore delle “Obras sociales del Santo Hermano Pedro”, strutture dedicate a dare assistenza a bambini, giovani e meno giovani disabili e ad aiutare la popolazione più povera e bisognosa.

Padre Giuseppe Contran, mancato il 27 dicembre 2019. Un frate per i bisognosi del Centro America

«Essere missionario, per me, è saper ascoltare la voce di Dio ogni momento e saper ascoltare il grido silenzioso dei fratelli più bisognosi».  Queste poche parole sintetizzano la vita e la fede di padre Giuseppe Contran, frate minore francescano, missionario per 47 anni in America centrale, scomparso il 27 dicembre 2019. «Ho passato 7 anni in El Salvador e il resto in Guatemala – condivideva in una lettera padre Contran – Ovunque la gente mi ha accolto con molto calore. In una prima visita ad un paesino sperduto, un’anziana scalza e umile venne a salutarmi, offrendomi come “benvenuto” un paio di uova e due banane del suo orto. Non potendo rifiutarle, mi asciugai di nascosto le lacrime, ricordando la vedova del vangelo».

Nato il 27 febbraio 1941 a Vigorovea, quarto di cinque fratelli, padre Giuseppe Contran fin da bambino sente il desiderio di aiutare il prossimo, attraverso la testimonianza di alcuni suoi parenti frati francescani, tanto che a 11 anni decide di entrare nel Seminario minore francescano di Chiampo (VI).

Il fascino del vangelo e l’esempio di san Francesco d’Assisi accompagnano padre Contran negli anni di formazione, fino alla professione solenne (1965) e all’ordinazione sacerdotale (1967). «Di San Francesco – spiegava padre Contran negli ultimi giorni di vita– mi piace la libertà che ha raggiunto vivendo il vangelo personalmente. Ha capito che la cosa giusta è servire e non essere servito, che essere poveri libera il cuore al punto da chiamare ogni essere vivente fratello e sorella».

Padre Giuseppe Contran raggiunge le missioni francescane in America Latina nel 1972, spinto dal desiderio di mettersi a servizio degli altri e dalla testimonianza di altri confratelli che l’avevano preceduto. Negli anni ’70  e ’80, in un periodo caratterizzato da una forte instabilità politica, svolgerà il suo servizio pastorale tra El Salvador e Guatemala, come parroco, formatore in seminario e insegnante. «I primi vent’anni in missione – raccontava padre Contran – sono stati un periodo di gravi sconvolgimenti sociali. Anni di vero martirio. Considero un gran privilegio di Dio aver condiviso la mia opera di evangelizzazione con anime privilegiate e pastori che hanno dato la loro vita per Cristo. Conservo nel cuore i dialoghi sostenuti con ciascuno di questi martiri pochi giorni prima della loro morte cruenta: il vescovo Oscar Romero, padre Cosma Spessotto e padre Tullio Maruzzo».

Negli anni ’80 nascono le “Obras sociales del Santo Hermano Pedro” a beneficio dei più poveri e bisognosi, grazie all'iniziativa di frate Guillermo Bonilla, presso Antigua Guatemala (la vecchia capitale del Paese centroamericano). Qui visse ed operò San Pedro de San José de Betancur (1626-1667), un terziario francescano di origine spagnola fondatore di opere caritatevoli.

Nel 1994, padre Giuseppe Contran diventa il direttore delle “Obras sociales Hermano Pedro”: «Considero un immenso privilegio – sottolineava padre Giuseppe – vivere i sentimenti di compassione che Gesù sperimentava accanto alle folle che lo cercavano come pecore senza pastore. Qui il vangelo della carità si fa vivo e sempre attuale, come un odierno abbraccio di san Francesco al lebbroso. Disabili, anziani, emarginati, ciechi, paralitici, giovani tossicodipendenti… sono centinaia le persone che convivono con noi e alle quali doniamo la nostra vita notte e giorno». 

Le strutture delle “Opere sociali Hermano Pedro” sono un “piccolo Cottolengo” in terra guatemalteca dedicate a dare assistenza a bambini, giovani e meno giovani disabili e ad aiutare la popolazione più povera e bisognosa, senza considerare la religione, la razza o la condizione sociale. La missione di padre Giuseppe come direttore è durata 21 anni ed è stata vissuta ispirandosi al Poverello d’Assisi: «Vogliamo agire con il suo esempio, fare le opere di bontà che ha fatto e incoraggiare le persone a vivere il Vangelo». La sua giornata era piena di attività: iniziava regolarmente alle 6 del mattino, o prima, e se riusciva a finire si ritirava alle 21.30. Il sostegno economico di cui l’ "Opera" aveva bisogno è sempre arrivato, anche attraverso molte persone dall’Italia: «Non abbiamo nulla – diceva padre Contran - viviamo giorno per giorno, ma il Signore, poiché è così buono, ha promesso che non lascerà morire i suoi figli. Quindi, a poco a poco, ci manda brave persone che ci danno un aiuto qui o là, perciò continuiamo».

Nel 2015, pur rimanendo direttore delle strutture dell’ “Opera Hermano Pedro”, padre Contran viene inviato nella missione francescana di San Salvador. Successivamente trascorre gli ultimi mesi di malattia presso il convento della Vergine del Soccorso in Guatemala, fino al 27 dicembre 2019. Secondo le volontà di padre Giuseppe, la sua tomba si trova nel cimitero dell’ “Opera Hermano Pedro”. Pochi giorni prima della sua morte, padre Contran, pur nella fragilità del corpo seppe affidarsi serenamente a Dio con queste parole: «Signore, mio buon pastore, per favore, apri la porta. Guidami, portami a casa».

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