Battesimo del Signore *Domenica 10 gennaio 2021

Marco 1, 4-11

In quei giorni Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

«Tu sei il figlio mio, l’amato...»

Giovanni afferma di sé: «Io vi ho battezzato con acqua, ma colui che viene dopo di me, egli vi battezzerà in Spirito Santo». Che differenza c’è tra il battesimo con acqua e il battesimo in Spirito Santo?

La testimonianza e la predicazione di Giovanni Battista smuovono e suscitano il desiderio di una vita più autentica. Le persone diventano consapevoli della propria complicità con il male e scendono nell’acqua del Giordano con il desiderio di rinnovare il modo di pensare, di fare, di reagire, di amare e di cominciare a stare nella vita in modo più vero. Il battesimo di Giovanni è espressione concreta di quel desiderio che fa dire: «Basta, riconosco che ho sbagliato alcune cose nella vita, riconosco che questo ha portato del male a me e agli altri. Non voglio continuare a vivere in questo modo». È una risposta, del tutto umana, al bisogno di migliorarsi da quello che non va.
Chissà se questo modo di esprimere il desiderio di cambiamento ha davvero prodotto un totale... cambiamento nella vita e nella mentalità delle persone che s’erano fatte battezzare da Giovanni: la forza del desiderio, certo, aiuta, ma da sola non basta per cambiare la vita e farci diventare migliori. Il cambiamento non è solo una questione di impegno e di disciplina personale, ma è un frutto che inizia a maturare soprattutto quando ci si scopre accolti, protetti, guidati e amati.

Il battesimo in Spirito Santo è quella forza nuova e misteriosa che si prova nel sentirsi voluti, cercati e desiderati, malgrado i risultati che abbiamo raggiunto; accompagnati senza critiche o derisioni verso la verità; riconosciuti e chiamati per nome da una voce benevola… E tutto questo avviene senza avere acquisito un merito particolare, senza averlo conquistato con chissà quali aspri e difficili impegni e rinunce personali.
Il battesimo in Spirito Santo è stare nella vita con la forza di chi si sente amato e quindi salvato e che proprio per questa forza diventa capace di amare come è stato amato e di diventare a sua volta salvezza.

Così è stato per Gesù. Come uomo e a nome di tutta l’umanità, Gesù s’è immerso nel Giordano per trasmettere a tutti il desiderio di ritrovare la propria umanità e la via della verità, non ponendosi dalla parte di chi si autogiustifica ma dalla parte dell’uomo, cioè di chi ha bisogno di giustificazione. Non s’è messo dalla parte dei “giusti”, ma ha accolto e abbracciato quanti riconoscono di aver bisogno di giustificazione. E proprio per aver vissuto in se stesso questo profondo e personale desiderio di salvezza che ogni uomo prova, proprio per essersi messo dalla parte di chi è ultimo, Gesù ha ricevuto il dono di una parola che gli darà forza e che gli indicherà il cammino da seguire: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

Anche a ciascuno di noi, grazie ai sacramenti, è stata data la grazia del battesimo in Spirito Santo.Tuttavia, ciò che impedisce la forza che viene da questo dono è il credere che abbia ragione quel continuo timore che proviamo nell’intimo: quello di non sentirci amati, di avere la sensazione di essere in più, fuori posto, sbagliati, sopportati, non amati.
Questa sfiducia fa di noi dei servi obbligati dalla disciplina, sospettosi e timorosi, dubbiosi e desiderosi di scappare non si sa dove, né da che cosa. È a causa di questo che la vita diventa paura e peso, e per questo ci consumiamo nella scontentezza, e abbiamo perso la fiducia nel voler bene.

Se Dio non fa differenze tra le persone, come la Scrittura ci ricorda, allora davvero dice anche per me le parole pronunciate nel giorno del Battesimo di Gesù: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».Provo a ripetermi più volte, sottovoce, la frase del Vangelo, mettendo il mio nome al posto del tu: «Massimo, tu sei figlio mio, amato…».Che cosa suscita in me questa frase? Per provare a sentire in me questo modo di pensarmi e di amarmi che Dio Padre ha, è necessario prima di tutto che io ci creda e che con la preghiera ne chieda sempre una rinnovata consapevolezza: agirò poi di conseguenza. Non bisogna però dimenticare che nel cuore proveremo sempre il dubbio che questo sia vero (sempre!) perciò bisogna nutrire tanta, tanta e tanta compassione e cura verso quella parte di noi che continuamente dubita…

Signore Dio, che io mi senta amato da te e sentendomi amato possa anch’io vivere senza timore, senza scappare, senza ferire, ma provando, nonostante il mio sentirmi inadeguato, a vivere e amare come tu vivi e ami.

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