Battesimo del Signore *Domenica 8 gennaio 2023

Matteo 3,13-17

Battesimo del Signore *Domenica 8 gennaio 2023

In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.

Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.

Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

Questa domenica la liturgia ci presenta l’ultimo scampolo delle feste di Natale, il battesimo di Gesù. Son passati pochi giorni da quando i magi sono andati ad adorarlo a Betlemme, ma in questi giorni ci stanno tutti i trent’anni che Gesù ha vissuto a Nazaret, nella «Galilea delle genti». È detta così perché lì ci trovi di tutto. Là, infatti, c’è gente che cerca di far soldi a palate come pure uomini di cultura, poveri cristi che si aggrappano a tutti i mestieri pur di sbarcare il lunario, ma anche astuti lestofanti che non guardano in faccia nessuno, pur di portare a casa qualcosa. Gesù si è fatto grande con loro nel silenzio più anonimo. Lavorando in bottega con Giuseppe, nutrendosi dalle premure di Maria e accompagnato dalle amicizie del paese. Trent’anni di silenzio, dedito più all’ascolto che alla parola, più a imparare che a insegnare.

Non fa meraviglia, quindi, trovarlo al Giordano, in fila tra i peccatori. Sì, perché tra i tanti che abitano la Galilea delle genti, c’è chi ne approfitta alla grande e non se ne fa un problema, ma c’è anche chi sente rimordere la coscienza per ciò che combina e finisce prima o dopo da Giovanni a farsi battezzare. E Giovanni gliela fa pagare cara, sulla pelle e sull’anima, la conversione d’acqua che distribuisce. 

Non è assolutamente questo il tuo posto – gli dice immediatamente Giovanni Battista, appena si accorge di Gesù – qui ci stanno i peccatori e poi… «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?» (Mt 3,14). «Lascia fare per ora – taglia corto Gesù – conviene che adempiamo ogni giustizia» (3,15). Cosa significhi questa «ogni giustizia», poi,
non si capisce! Non ce n’è solo una di giustizia? 

«Allora Giovanni Battista lo lasciò fare» (Ivi). E cosa succede? «Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui (3,16). Effetto stereoscopico! Lo descrive molto bene El Greco con una zoomata delle sue, a cinemascope, tutta in verticale! Nella sua tavolozza, infatti, i colori si impastano con la materia, le brillano dentro e le figure lievitano in verticale, recuperando anche nella plasticità dei corpi la spiritualità ieratica delle icone bizantine. Guardalo. La scena è immensa in altezza, da annegarci gli occhi a gustarne la profondità!

L’effetto è stupendo! Gesù si immerge in basso e i cieli si aprono in alto, Gesù sprofonda nel peccato degli uomini, da vero «figlio dell’uomo», e nei cieli Dio esce dalle nuvole nere della sua rabbia nella luce accecante della sua misericordia, l’altra giustizia, che trasforma il Dio dei comandamenti e delle sanzioni nel Padre che, a dispetto di quanto i suoi figli combinano, ogni giorno «fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti» (Mt 5,46)

In effetti, il battesimo di Gesù nelle acque del Giordano converte Dio. Gli fa gettare via l’arco da guerra, con cui da lontano faceva il cecchino sulla fragilità degli uomini, e lo fa tornare architetto del mondo, pronto a stendere tra il cielo e la terra un arcobaleno di colori, ponte di grazia, dove raggi di sole riempiono di luce le lacrime degli uomini. 

Ha un bel dire il salmista che «la voce del Signore… è forza, la voce del Signore è potenza… che il Signore è seduto sull’oceano del cielo» (Sal 28,3-4.10). È tutta roba vecchia. Si deve aggiornare! Oggi Dio, lo può testimoniare a occhi incantati il Battista, Dio scende su Cristo «come una colomba» (Mt 3,16), porta nel becco un ramoscello di pace. Il segno è chiaro: la terra è tornata abitabile, il peggio è passato. Si preannunciano giorni di pace.

Ed è proprio questo che, lasciate le nubi, dopo esser scivolare come un bambino sull’arcobaleno e corso «come una gazzella o un cerbiatto» (Ct 2,9) per mari e monti, Dio vuole dire alla sua donna, persa chissà dove. La trova, dice il Cantico dei Cantici, incagliata dentro nascondigli di paura, bloccata dietro muri di vergogna. E lui da lì, «dietro il muro, guarda dalla finestra, spia dalle inferriate e prende a dirmi: “Alzati, amica mia, mia bella, e vieni, presto! Ecco, l’inverno è passato; i fiori sono apparsi nei campi, il tempo del canto è tornato”» (Ct 2,9-12). Nessuna parola di rimprovero nella sua voce. «Alzati, amica mia, mia bella – mi continua a dire – e vieni, presto! O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi». «Colomba mia»! Chiama così la sua terra, chiama così Dio ciascuno di noi! Ci chiama colomba del suo cuore, mutuando il linguaggio degli innamorati. E non basta, perché ci implora con tutto il calore possibile: «Mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave, il tuo viso è incantevole» (Ct 2,13-14). Ci vede come Maria a Nazaret, «piena di grazia» perché adesso… «il Signore è con te» (Lc 1,27)!

Tutte espressioni inconcepibili un tempo. E invece no! Interviene da una nube piena di luce il Padre di quel «figlio d’uomo»: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento» (Mt 3,16). Ho sbagliato a sentire? Macché – interviene prontamente Isaia – «il mio eletto di cui mi compiaccio… porterà il diritto alle nazioni. Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta» (Is 42,1-3). Non ti basta? «In verità sto rendendomi conto – aggiunge di suo Pietro – che Dio non fa preferenza di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga» (At 10,34-35)

È questa immensa giustizia che celebriamo oggi, il battesimo di Dio, la sua conversione a misericordia totale. A guardarla, ci vien voglia di fare quello che Piero della Francesca dipinge nella sua famosissima tela alle spalle di Gesù. Un catecumeno, piegato su se stesso, si sta spogliando dell’uomo vecchio, pronto a gettarsi dentro questo nuovo diluvio di Grazia e nuotarvi libero nell’anima e nel corpo. È questo «ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni – ci ricorda Pietro – cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui» (10,37-38). Da oggi in poi avremo da vivere solo un tempo di ordinaria straordinarietà!

frate Silenzio

Sorella allodola

Nessuna giustizia è giusta, se non sa di misericordia!

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