Cassola verso la visita pastorale. Testimoni di un cristianesimo nuovo

Il vescovo Claudio torna dopo la visita dell'aprile 2016. La realtà giovanile è vitale, molti i battesimi. «È tempo di guardare al futuro senza ansie o nostalgie del passato»

Cassola verso la visita pastorale. Testimoni di un cristianesimo nuovo

«La scommessa è come passare il testimone della fede dalle generazioni adulte e anziane a quelle giovani». E con giovani non si intendono solo i ventenni, ma anche i trenta-quarantenenni, magari neo genitori. Su questo punto la riflessione di don Galdino Canova, parroco di Cassola si sofferma con attenzione.

«Al vescovo Claudio, che torna da noi per la visita pastorale dopo essere già stato qui per la festa di san Marco del 2016, sta a cuore la pastorale giovanile così com’è per noi: oltre all’Acr e al gruppo giovanissimi, molti giovani sono coinvolti nelle associazioni sportive del paese». Anche la scorsa estate qui ha preso vita il “Campestivo”, un tempo estivo organizzato lungo ben cinque settimane, che unisce proprio la comunità cristiana con le società sportive in collaborazione con il comune: 140 i ragazzi dalla prima elementare alla terza media, 40 gli animatori e allenatori. «Per quanto riguarda i giovani, tuttavia, «è interessante seguire il procedere di papa Francesco – continua don Galdino – Parla di ambiente ed ecologia e giustizia sociale con i migranti, immette nella riflessioni dinamiche nuove a cui servono risposte nuove, da inventare».

Occorre accettare di essere in un tempo di passaggio: «Non guardiamo al passato con nostalgia e al futuro con ansietà, la Chiesa è eternamente giovane perché il suo Signore è risorto e il suo spirito la rinnova continuamente. Non siamo irresponsabili e fatalisti, ma abbiamo la speranza cristiana che è tutt’altra cosa».

Certo la definizione dei territori, la relazione tra parrocchie, la mobilità della gente tengono banco anche qui. I parrocchiani guardano con attenzione alle up vicentine e si chiedono che cosa sarà del futuro. «Sicuramente crescerà la ministerialità dei laici – conclude il parroco – In 24 anni di Brasile l’ho vista ampia ed efficace per scelta pastorale. Siamo alla fine del cristianesimo tridentino che puntava tutto sul ministro ordinato, ora andiamo verso un cristianesimo tutto da scoprire».

Laici pronti a collaborare

La parrocchia di Cassola è in salute e compie il suo cammino con serenità. A confermarlo è il vicepresidente del consiglio pastorale Lino Cavalli.

Le vicende complesse degli ultimi anni sono dunque alle spalle e ora l’attenzione è tutta per il futuro: «È vero, dialogare con gli adulti è complesso, ma è a loro che dobbiamo rivolgerci, come ha detto il vescovo all’assemblea diocesana – continua Cavalli – Ma io credo che con la nuova iniziazione cristiana la strada sia aperta, si tratta solo di attenderne i frutti».

Gli anni a venire si annunciano interessanti. Nel 2018 Cassola ha superato i 50 battesimi, ci saranno quindi gruppi numerosi. «Credo che noi laici siamo in grado di supportare il clero, semmai un domani dovessimo condividere il parroco con altri. Quel che è importante è continuare a coltivare le relazioni e la formazione».

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