La visita pastorale a Thiene. Una storia di fede ricchissima. "I credenti sapranno rigenerarsi"

Tappa numero 15. Il vescovo Claudio nelle sette parrocchie di Thiene: Duomo, Conca, San Vincenzo, San Sebastiano, Madonna dell'Olmo, oltre alle due frazioni di Santo e Rozzampia. "Il Signore stabilirà come sarà la chiesa in futuro. Noi impegniamoci a costruire comunità autenticamente cristiane".

La visita pastorale a Thiene. Una storia di fede ricchissima. "I credenti sapranno rigenerarsi"

La città dei tre seminari. La città dell’unica, grande parrocchia di oltre 15 mila abitanti, affidata al monsignore del Duomo. Thiene si prepara ad accogliere il vescovo Claudio per la visita pastorale che inizierà il 25 maggio e intanto scruta l’orizzonte con gli occhi del patrono, san Giovanni, la cui statua svetta sulla sommità del campanile del Serlio: di qua il salotto civile di piazza Chilesotti, il corso, il castello, il municipio. Di là il cuore ecclesiale all’ombra della cupola: la Sede, la canonica, il patronato San Gaetano.

Il volto della città è cambiato vorticosamente negli ultimi decenni. Anni Settanta, il seminario minore della Diocesi di Padova si trasferisce a Tencarola e chiude il collegio vescovile che aveva originato anche il Barbarigo di Padova. 1980: il vescovo Bortignon smembra la parrocchia del Duomo, nascono la Conca, San Sebastiano, San Vincenzo e la Madonna dell’Olmo in aggiunta a Rozzampia e al Santo. Negli anni Ottanta chiude il noviziato dei Comboniani, che poi lasceranno la città nei primi anni Duemila. Poco dopo anche il seminario dei Cappuccini chiude, rimane una comunità vocazionale nel convento dell’Olmo.

Chi ricorda tutto questo teme una Chiesa in stato di smobilitazione. I più giovani quasi non ci fanno caso, sono molto attivi nei patronati, quello gestito da oltre cento anni dai padri Giuseppini e quelli delle singole parrocchie.

La scommessa: mettere a frutto il valore inestimabile della storia attraverso una lettura sapiente del presente per costruire insieme il futuro. «Il processo che abbiamo vissuto fino al 1980 oggi avanza in direzione esattamente opposta – commenta Renato Cimenti, membro del consiglio pastorale del Duomo – Non possiamo pensare, da qui a 5 o 10 anni, di essere ancora cinque parrocchie con oltre 50 eucaristie ogni fine settimana. Seppur nella diminuzione dei preti e della partecipazione, dobbiamo riconoscere di essere un’oasi felice. Ciò che sarà lo dirà la storia, il nostro compito non è sostituirci alla Provvidenza, ma rigenerare la comunità dei credenti, in attesa di vedere quale volto assumerà. Ma se ci prepariamo, possiamo costruire il futuro e non subirlo in modo traumatico. Il vescovo ci aiuterà a guardare fuori dai confini delle singole parrocchie. Se una comunità è autenticamente cristiana, troverà anche modo di aprirsi ai bisogni del territorio. Anzitutto la solitudine, una condizione dell’uomo moderno che si aggrava con l’età e la povertà».

Don Claudio arriva al Duomo e trova la comunità in un momento del tutto particolare: «Stiamo vivendo un’intensa analisi della nostra vita comunitaria, iniziata già lo scorso anno con il testo La parrocchia e la Lettera dei giovani – spiega il parroco, don Giovanni Baldo – La visita pastorale ci coglie in un momento di discernimento, seguito a un questionario specifico, che sfocerà a giugno in un piano pastorale che supera i confini del singolo anno». Al Duomo infatti ci sono i residenti, ma anche i tanti che arrivano, passano, chiedono una celebrazione e poi vanno. Il rischio? Una parrocchia liquida. L’obiettivo: unire i laici consapevoli e continuare un cammino che è già ricchissimo di proposte associative e comunitarie, non solo per i giovani.

Appena fuori dal centro storico, la Conca ha un’identità forte e un attivismo spinto. Il quartiere popolare ha trovato l’anima nella parrocchia. La crescita della popolazione l’ha resa la parrocchia più popolosa della città: domenica 19 al pranzo comunitario si ritrovano almeno in 500. Lo spirito di servizio è la vera caratteristica, sia da parte degli operatori pastorali che dei volontari. Qui vivono l’Ac, l’Agesci, Sant’Egidio, neocatecumenali, attorno alla palestra parrocchiale ci sono le squadre di calcio, pallavolo, l’Hockey Thiene e di là dalla strada il centro di formazione professionale Saugo, che da decenni offre un futuro nel mondo del lavoro a molti ragazzi.

«A fronte di tutto questo il nostro compito è creare sempre più occasioni di spiritualità – spiega il parroco, don Antonio Guarise – L’esigenza ce la comunicano gli adulti che frequentano il centro d’ascolto della Parola guidato da don Augusto Busin, ma anche le coppie che percorrono il cammino di iniziazione cristiana, ognuna con motivazioni diverse, spesso pronte a mettersi in gioco». L’incontro con il co-visitatore don Leopoldo Voltan ha permesso alla comunità di metabolizzare un vissuto ricco, che quasi viene dato per scontato, nei suoi punti forti e nelle sue criticità. «La nostra ideologia è l’accoglienza, indiscriminata e verso tutti – continua don Antonio – Anche di gruppi di fede e di etnia diversa. Anche l’associazione musulmana Donne insieme ci ha chiesto di poter festeggiare qui la fine del Ramadan».

Maura Parise è la vice del cpp: «Inutile nasconderlo, siamo orgogliosi della nostra parrocchia, non saremmo contenti di condividere il parroco o di unirci. Ma siamo pronti a guardare in faccia la realtà che abbiamo davanti. Noi laici possiamo rivestire maggiori responsabilità, senza limitarci a rivendicare spazi solo a parole. La sfida? Trovare un linguaggio comune con i giovani».

Nell’ufficio del parroco di San Vincenzo, a nord della città, a Daniela Dal Ferro arriva la chiamata che attendeva proprio mentre ci parla: il posto di lavoro che cercava per una signora che la Caritas parrocchiale segue da tempo è disponibile. «Ci sono segni di rinascita – racconta – È vero, i giovani non frequentano la nostra parrocchia, sono di casa nel vicinissimo patronato San Gaetano, ma molte persone di mezza età si stanno riavvicinando. Anche da fuori diocesi. Il motivo? Certamente la grande cura della liturgia. Ma si stanno presentando persone la cui fede davvero è consapevole, come abbiamo visto nel centro d’ascolto di Quaresima». Accanto a lei, Luigina Baldon ricorda la sua missione in Ecuador come fidei donum: «Abbiamo una cultura tutta basata sulla presenza del parroco. In missione si tocca con mano quanto sia maggiore la corresponsabilità dei laici. La visita ci ha incentivato a relazionarci, questo ci aiuterà a pensare il futuro». Il parroco, don Tiziano Zanon: «Il nostro compito è quello di rendere quanto più possibile autonomi gli operatori pastorali, come avviene da noi per catechesi e Noi associazione. Da parte dei preti serve la massima disponibilità, non l’indispensabilità, e un pensiero condiviso sul futuro della chiesa in città».

San Sebastiano, da anni, sperimenta la ministerialità laicale. «Catechesi, liturgia e carità hanno referenti di settore designati e riconosciuti – spiega il parroco, don Nicola Salandin – Tutto questo è realtà da molti anni e si fonda sulla centralità della vita spirituale, attraverso le Cellule di evangelizzazione e l’opera di Adorazione perpetua».

La Madonna dell’Olmo rappresenta il polmone mariano e insieme francescano di Thiene. Il santuario vive qui da quasi 500 anni e anche la presenza dei Cappuccini è secolare. Proprio all'Olmo, il 31 maggio, tutta la città arriverà in processione con il vescovo per chiudere il mese dedicato a Maria. «La visita pastorale ci dà la possibilità di riflettere sulla nostra specificità di santuario e di avere un parroco francescano – racconta Giuseppe Bedin, vice del cpp – Il cammino parrocchiale e quello del centro di spiritualità mariano, che attira molti pellegrini, non sono la stessa cosa. Eppure le due realtà che viviamo si compenetrano. La domanda è: come mettere a frutto tutto il portato di fede che respiriamo? Oggi osserviamo che sono molte le persone attive, talmente tante che a volte non ci conosciamo: manca un coordinamento. La parrocchia è alimentata anche grazie alla presenza delle suore salesie e della loro scuola materna. Di fronte alla prospettiva del gruppo di parrocchie ci chiediamo: come inserirci con la nostre specificità?».

Alla collaborazione invece sono aperte da anni Santo e Rozzampia, parrocchie storiche di frazione con una precisa identità. «Ci sentiamo diversi dalle comunità del centro, ma anche diversi tra di noi», conferma Pierantonio Bonato, vice del Santo. Su una cosa però concorda pienamente con Fabio Marchioro, il vice di Rozzampia: «Se le singole parrocchie avranno la forza di stare in piedi da sole il loro Annuncio si moltiplicherà anche in collaborazione con altre, altrimenti la forza si perderà». Santo e Rozzampia vivono insieme la catechesi e i gruppi giovanili legati all’Ac: «I nostri giovani sono numerosi, la sfida è come formarli, non lasciarli a loro stessi – continua Bonato – Possiamo formarli ora, senza lasciare che il timore del futuro prenda il sopravvento. Al centro? L’eucaristia, sempre».

«Dai tre incontri di Quaresima con padre Ermes Ronchi e Antonella Anghinoni abbiamo ricevuto spunti importanti – condivide Fabio Marchioro – Un contro è la parrocchia territoriale, in genere. Un altro la comunità, riunita attorno al vissuto concreto della fede. Il nostro compito è attirare qui anche tante famiglie giovani che rimangono ai margini».

Calendario

Il primo appuntamento della visita pastorale a Thiene? Sabato 25 maggio, alle 10, al patronato San Gaetano il vescovo incontrerà gli educatori dei ragazzi e degli adolescenti di Ac, scout, Operazione Mato Grosso e centri parrocchiali. L'ultimo? la messa con la comunità di Rozzampia alle 19.15 del 1° giugno.
Nella serata del 31 maggio un momento molto atteso: tutta la città si riunirà in Duomo alle 20 per la messa che terminerà con la processione verso il santuario della Madonna dell'Olmo a chiusura del mese mariano. Il vescovo Claudio partecipa per la seconda volta a questo avvenimento.

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