Visita pastorale a Vigodarzere dal 17 al 26 gennaio. Dal dolore è nata una nuova consapevolezza

Vigodarzere. Dal 17 al 26 gennaio il vescovo Claudio visita le quattro parrocchie del comune nella seconda tappa della visita pastorale del 2020

Visita pastorale a Vigodarzere dal 17 al 26 gennaio. Dal dolore è nata una nuova consapevolezza

È stato il dolore lancinante per la morte di due giovani a fermare il corso degli eventi a Vigodarzere. Due lutti inspiegabili, in particolare quello di Marta, così attiva in parrocchia, che ha scelto di farla finita a inizio giugno, poco dopo essere stata a messa. La comunità allora si è sentita messa con le spalle al muro e oggi è pronta a raccontare al vescovo Claudio – che venerdì 17 gennaio inizia la sua visita pastorale nelle quattro parrocchie del comune – tutta la fatica di quei giorni, tutti gli interrogativi che si sono affollati nella mente dei credenti, dei laici impegnati e dei preti.

«Abbiamo pensato molto a quei due ragazzi, alle loro famiglie, alle ragioni di queste tragedie – racconta Massimiliano Manca, vicepresidente del consiglio pastorale – e abbiamo compreso che anche come comunità cristiana a volte rischiamo di correre da un tema all’altro e da un appuntamento all’altro, senza soffermarci con serietà sulle esigenze delle singole persone e delle famiglie, anche se questo significa rallentare e prendersi del tempo per noi comunità».

Una nuova consapevolezza di sé è nata nei parrocchiani dopo la grande amarezza. Un nuovo filamento che si inserisce nella trama e nell’ordito della comunità, che vanno fondendosi di giorno in giorno nel grande telaio della vita. Una trama che emerge nella sua bellezza nella quarta di copertina del foglietto settimanale, dove la parrocchia si racconta settimana per settimana. Un foglietto che tuttavia è anche un simbolo di ministerialità: da qualche tempo infatti, è una piccola redazione di laici a commentare il Vangelo della domenica sul frontespizio.

«Da ultimo arrivato in comunità, ho sentito proprio che questa trama mi ha aiutato a inserirmi come parroco – riflette don Giovanni Marchiorello – In questo tempo abbiamo scelto di vivere la parrocchia secondo i quattro principi che papa Francesco ha enucleato nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium. I quattro criteri codificano quello che molti hanno dentro, parroci e laici nella comunità, e così facendo nostra l’idea che il tempo è superiore allo spazio, per esempio nella gestione dei numerosi ambienti parrocchiali, abbiamo messo a punto i nostri desideri e ci siamo messi in ricerca. Ci siamo accorti che la coperta è troppo corta, come pure che la presenza del parroco non basta ad assolvere a tutte le necessità, abbiamo messo da parte l’ansia di raggiungere il risultato e stiamo superando il clericalismo da cui veniamo riuscendo a instaurare relazioni dignitose tra di noi, con un minimo di ospitalità, tenerezza e apertura».

Certo, i conflitti non mancano, come in ogni realtà umana, ma l’unità prevale, come insegna il pontefice. «Accogliere la diversità è sempre una sfida – aggiunge don Giovanni – La comunità è porosa, ha angoli smussati, ma anche spigoli taglienti. Si tratta di riconoscere le trappole, bisogna avere l’esperienza per vederle in anticipo e disinnescarle».

Mettere al primo posto la realtà anziché l’idea, a Vigodarzere ha permesso di comprendere che oggi ognuno può offrire una disponibilità precisa di tempo e definire con precisione la richiesta aiuta a non creare malumori e incomprensioni. L’esempio è il rinnovo del direttivo del circolo Noi. «Non eravamo pronti nei tempi previsti – riprende Massimiliano Manca – Ci siamo presi del tempo in più e abbiamo guardato alle vere esigenze rispetto al centro parrocchiale. Ci siamo fatti aiutare da Federica Bruni, assistente di comunità, abbiamo cercato vere disponibilità reali e ora il direttivo è partito con un progetto che non contempla solo i giovani, ma anzi offre proposte ad adulti e anziani».

La sfida? «Comprendere se tutto questo possiamo viverlo come gruppo di parrocchie», conclude il parroco. «Noi che rischiamo di essere concentrati soltanto su di noi, attendiamo la visione ampia del vescovo, che ci aiuti a collocarci nel cammino diocesano», chiosa Massimiliano Manca.

Casa Tescari, stimolo per tutta la comunità

La presenza di Casa Tescari è per Vigodarzere uno stimolo continuo. Ma le persone con disabilità psichica che vivono nella struttura dell’Irpea hanno un ruolo nella comunità. La riflessione sugli scambi possibili tra Casa Tescari e centro parrocchiale è in corso.

Giovani, condivisione vera, non risultati numerici

Lo scorso anno, il consiglio pastorale di Vigodarzere ha invitato alcuni giovani chiedendo loro che cosa siano bellezza e tenerezza, e se le ritrovano in parrocchia. La risposta è stata chiara: cura, fiducia e spazio concesso. È un tassello del processo in atto: «Con i giovani non si bara oggi – commenta don Marchiorello –È un fatto di credibilità e di condivisione reale delle esperienze, anziché di risultati numerici».

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