Adolescenti: permissività o autoritarismo?

Per un genitore può essere difficile destreggiarsi tra la tentazione della permissività e dell’iperprotezione e il polo opposto dell’autoritarismo.

Adolescenti: permissività o autoritarismo?

“Figli si nasce, genitori si diventa”. Questo antico e ben noto adagio sintetizza efficacemente il senso di inadeguatezza e di solitudine che, a volte, si può sperimentare nel ruolo di genitori ed educatori. La genitorialità è una grande prova che mette costantemente di fronte a un alternarsi di successi e fallimenti. A volte i fallimenti sembrano surclassare i successi, soprattutto in determinate età come l’adolescenza. Crescere un figlio è un po’ come guardarsi allo specchio ed essere costretti a prendere coscienza delle proprie incapacità. Sarebbe sbagliato, però, pensare che anche all’interno di un cammino genitoriale non ci sia spazio per la maturazione personale e il cambiamento evolutivo. Si può essere quindi “incapaci”, ma non in maniera permanente (...). Gli psicologi suggeriscono di insistere sulla cura delle modalità e delle forme della comunicazione tra familiari al fine di costruire corretti rapporti relazionali. Si propone il modello del genitore “riflessivo”, ovvero colui o colei che sa ripensare al proprio agito in relazione agli effetti prodotti e sa rivedere le sue modalità, ponendo al centro della relazione il proprio figlio e non il proprio ruolo predefinito (...). L’obiettivo ultimo dovrebbe essere il flourishing, ovvero il raggiungimento dello stato di “prosperità” e di “fioritura” che passa attraverso la sollecitazione delle virtù, della produttività, della resilienza. Il flourishing trova il suo limite opposto nel languishing (stagnazione), ossia uno stato di disordine che non giunge alla gravità della psicopatologia, ma che genera una sensazione di vuoto o di svuotamento piuttosto diffuso oggi tra molti giovani. Genitori ed educatori, ma anche il contesto sociale e le scelte della politica, possono contribuire in maniera fattiva a creare condizioni che permettano ai giovani di “fiorire”, maturando consapevolezza e autonomia nel proprio percorso di vita. Naturalmente per realizzare questa dimensione occorrono sinergie concrete, finalizzate allo sviluppo e alla crescita psico-emotiva dei giovani e fondate su un efficace dialogo intergenerazionale.

Famiglia, cuore pulsante. Ma c’è anche la società

In un contesto “globalizzato”, dove i canali digitali fanno da grimaldello e aprono la strada a contaminazioni comunicative complesse, diventa sempre più urgente uscire dal proprio guscio e comprendere che l’educazione non può più essere un “fatto” privato, ma un progetto condiviso a livello sociale.

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