Attendere significa essere mobili, plastici, pronti a scattare perché si è colto un qualche avvertimento su cui riflettere, una spia di allarme che scuote dal torpore interiore. Non per autorassicurarci e trovare il posto al sole che renda la vita gradevole e facile. Insieme, invece, con uno sguardo percettivo alle difficoltà, ai bisogni altrui. Soprattutto a quelli nascosti, velati dalla dignità che non espone la propria ristrettezza ma tenta di uscirne con tutte le forze, a quel bisogno primordiale e irrinunciabile di ciascuno e di ciascuna ad essere ascoltati, compresi. Il grido Marana Thà, non è solo il filo conduttore ma quello che innerva e sensibilizza, immergersi nell’atmosfera che genera diventa grembo fertile che può accogliere Colui che viene per tutti ed ognuno
Fare cultura è compito della scuola. Su questo piano va affrontata anche la "questione presepe", cui si aggiungono poi la questione crocifisso e tutti quegli aspetti che estendono i motivi di querella a qualsiasi simbolo religioso e cristiano, in particolare nei luoghi pubblici e in particolare nelle scuole. Da anni si discute sulla questione, il denominatore comune è che le dinamiche scolastiche vengono subito accantonate e dimenticate, invece forse dovremmo fidarci delle scuole, degli insegnanti, invitando ciascuno a fare il proprio mestiere. E a stare al proprio posto.