Mese: Febbraio 2019

Erasmus+: piace, piace, piace

Numeri da record per Erasmus+, probabilmente il programma europeo più conosciuto dall’opinione pubblica, che consente ai giovani di vivere un periodo di formazione in un altro Paese. La conferma viene dalla relazione annuale per il 2017 stilata dalla Commissione Ue a fine gennaio. «Nel 2017, l’Ue ha investito nel programma la cifra record di 2,6 miliardi di euro, con un aumento del 13% rispetto al 2016. Grazie a tali investimenti – si legge – il numero di opportunità offerte ai giovani è oggi più elevato che mai». In quell’anno il programma Erasmus+ ha fornito sostegno «a un numero record di persone – quasi 800mila – permettendo loro di studiare, seguire una formazione o fare volontariato all’estero, con un aumento del 10% rispetto al 2016». Inoltre il programma ha finanziato la cooperazione tra enti di istruzione, organizzazioni giovanili e imprese.

Se Maduro resta al potere in Venezuela il futuro sarà ancora peggiore

Abbiamo bisogno di elezioni in Venezuela? Senza dubbio, però a organizzarle non può certo essere Maduro, e neppure i poteri a capo dei quali ha messo i suoi fedelissimi, come il Consiglio nazionale elettorale (Cne) o il Tribunale supremo di giustizia (Tsj). Perché la crisi inizi a trovare soluzione, bisogna che Maduro lasci il potere e io, come milioni di venezuelani, credo che si debba trattare di un’uscita di scena pacifica. La permanenza di Maduro per altri sei anni (fino al 2025), questa è la sua intenzione detta pubblicamente, significherà la distruzione totale del Venezuela e l’uscita, ancora più imponente, dei venezuelani di tutte le classi sociali per cercare migliori opportunità di vita e libertà in altri paesi. Ogni giorno, secondo l’Onu, emigrano dal Venezuela (in maggioranza attraversando la Colombia per andare in vari paesi sudamericani) circa 5mila venezuelani. Sì, ogni giorno. Secondo gli organismi specializzati in migrazioni, l’uscita di massa dei venezuelani è il fenomeno di mobilità umana più grande che si sia mai verificato in America Latina

Giornata mondiale del malato. Prima cura: la relazione. La celebrazione lunedì 11 febbraio al Santo

Lunedì 11 febbraio, memoria della Madonna di Lourdes, si celebra nel mondo la Giornata del malato. Alle 16, in basilica del Santo, il vescovo Claudio celebra la messa insieme a malati, anziani, volontari delle associazioni che si occupano di pastorale della salute all'interno della nostra Chiesa diocesana. Come dice il papa, dovremmo essere capaci di far sentire alle persone che sono preziose, un bene e mai un peso.

Patti Lateranensi. Mons. Ardura: “Collaborazione e laicità sono le due parole d’ordine”

A 90 dalla firma, i Patti Lateranensi sono ancora oggi un esempio di "fattiva collaborazione" tra Stato e Chiesa, che "consentono sia alla Santa Sede, sia alla Chiesa italiana di intervenire sul piano economico, sociale, culturale e caritativo per far pronte a tutte quelle forme di povertà che purtroppo oggi ancora affliggono il mondo", come la crisi dei migranti. Ne è convinto mons. Bernard Ardura, presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, che per il Sir analizza anche l'evoluzione del termine "laicità" e del rapporto tra cattolici e politica

Sanità. Don Angelelli (Cei): “Una rete di gratuità e accoglienza perché nessuno si senta più abbandonato”

È madre Teresa di Calcutta l'icona della XXVII Giornata mondiale del malato che ricorre l'11 febbraio. Gratuità, cultura del dono, accoglienza incondizionata di ogni persona, umanizzazione delle cure le parole chiave del Messaggio del Papa. Intervista a tutto campo con don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio Cei per la pastorale della salute