L’idea è nata dai giovani volontari: perché non accogliere i coetanei, dai 15 anni in su, e far conoscere loro – di sera – la realtà dell’Opera della Provvidenza attraverso il gioco?
I più colpiti dal lockdown e dagli effetti della Covid-19 sono stati ancora una volta coloro che già prima della pandemia vivevano una situazione di disagio sociale e di deprivazione economica. Ma anche persone che non vivevano in precedenza particolari condizioni di disagio sono state ugualmente colpite dagli effetti socio-economici del virus. In questo senso, la cosiddetta diffusione “democratica” della malattia ha determinato la riduzione di quelle barriere di riservatezza che solitamente inibiscono il ricorso ai servizi della Caritas: si è registrato infatti in tutto il Paese, sia a Nord che a Sud, un aumento di “nuovi poveri”, ossia di persone che non si erano mai rivolte alla Caritas in passato e che si sono trovate nella condizione di dover richiedere una qualche forma di aiuto.
Il 34% delle persone che si sono rivolte alle Caritas diocesane nel periodo del lockdown sono “nuovi poveri”, ossia persone che si sono rivolte per la prima volta alle strutture ecclesiali.
Primo turno del torneo che sancirà la quarta promossa dalla Serie C alla Serie B. In virtù del miglior piazzamento nella classifica congelata al momento dello stop per l'epidemia da Covid-19, al Padova basta il pareggio a reti bianche per accedere al secondo turno. Match in programma domenica 5 luglio, sempre all'Euganeo, contro la FeralpiSalò.
Il prof. Vella, ospite giovedì 2 luglio della terza edizione del “Viaggio al centro della Scienza” organizzata dalla Fondazione Città della speranza, ci spiega i motivi per cui non bisogna abbassare la guardia in questa epidemia di coronavirus che al momento è solo “stazionaria”.
Sono quasi 9 milioni gli italiani a rischio malori per gli sbalzi di temperatura fra l’aria torrida degli ambienti esterni e quella più fredda dei locali climatizzati. È quanto emerge da una analisi dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop) su dati Istat in riferimento all’ultima ondata di caldo africano con picchi fino a 40 gradi che sta investendo l’Italia in una morsa da nord a sud.
L’analisi di Tuttoscuola nella sua newsletter interamente dedicata al Piano 2020-2021. «La scuola è ora a una svolta: riformarsi coraggiosamente o accontentarsi di razionalizzare l’esistente». Tenendo anche conto di un dato importante: tra 10 anni ci saranno un milione e 300 mila studenti in meno. Dunque lo sguardo dovrebbe essere a lungo termine: quale modello di scuola vogliamo per il Paese? Serve un piano strategico 2020-2030 per la scuola. Occorre visione e il coraggio di una scelta convinta da parte di tutto il Governo e delle forze politiche che lo sostengono, e sarebbe auspicabile (e doverosa) la partecipazione dell’opposizione. Si sono da poco conclusi gli Stati Generali dell’Economia ‘per far ripartire l’Italia’. Non se ne è sentito parlare. Se non si riparte dalla scuola, da dove?”, si chiede Tuttoscuola.