“La vittoria contro l’iniziativa di limitazione è solo il primo passo per garantire il percorso bilaterale con l’Ue”: è il titolo del Neue Zürcher Zeitung on line che definisce il 62% dei no al quesito una “dolorosa sconfitta” per l’Svp (Schweizerische Volkspartei in tedesco; Udc, Unione democratica di centro, in italiano) e una “dichiarazione a favore” del cammino bilaterale.
A causa dell’emergenza sanitaria il sedicenne è rimasto bloccato nel paese insieme alla madre. Il consultorio Mif (Minori Immigrati Famiglie) chiede un ponte aereo umanitario per permettere al ragazzo di tornare a scuola
I dati di Tuttoscuola commentati dal sindacato Anief. Le classi sovraffollate sono così divise: 4.937 sezioni di scuola dell’infanzia, 3.283 classi di scuola primaria, 4.258 classi di scuola secondaria di I grado e ben 18.351 di II grado. “Ridurre il numero massimo di alunni per classe garantirebbe sicurezza, igiene e vivibilità degli ambienti di apprendimento”
Erano tanti – sabato 12 settembre a Lusiana – a chiedersi «chi si festeggia?», mentre i volontari si affrettavano ad addobbare la piazza, la facciata della chiesa con fiochi, nastri, festoni colorati.
Il titolo di questa 106ª Giornata mondiale del migrante e rifugiato, che si celebra domenica 27 settembre, è “Come Gesù Cristo costretti a fuggire: accogliere, proteggere, promuovere, integrare gli sfollati interni”. Ancora una volta Papa Francesco porta l’attenzione del mondo intero su coloro che sono costretti a fuggire, seppur all’interno della stessa regione, nazione, o in paesi vicini. Sono le stesse cause: fame, guerra, siccità, ecc. che spingono mamme, papà, bambini e giovani ad abbandonare la propria casa, il loro territorio, sradicarsi dalla loro provenienza, egualmente in pericolo di rifiuto o emarginazione, nella ricerca di una via di sopravvivenza
Il messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2020 è dedicato agli sfollati interni, una categoria di persone che, a dispetto del loro numero (si stimano essere oggi circa 50 milioni), sono spesso invisibili. Persone che pur condividendo con i richiedenti asilo e i rifugiati il dramma di essere stati costretti a fuggire, i pericoli e la precarietà, non godono neanche di uno status giuridico riconosciuto: la loro protezione è affidata a quello stesso stato di appartenenza che a volte è la causa stessa dei loro mali
17 città ospitanti, 28 squadre coinvolte, 336 militari in versione runner, 12 ore ininterrotte di corsa, 4.298 km percorsi complessivamente, 13 km medi all’ora, 9 testimonial d’eccezione.
Riguardo al rapporto fra donna e famiglia, Giovanni XXIII richiama la centralità della figura femminile anticipando una sensibilità che solo più avanti negli anni andrà consolidandosi.
Una propaganda talora incontrollata si serve dei poderosi mezzi della stampa, dello spettacolo e del divertimento per diffondere, specialmente nella gioventù, i germi nefasti della corruttela. È necessario – dicevamo allora – che la famiglia si difenda, che le donne prendano con coraggio, e con acuto senso di responsabilità, il loro posto in quest’opera, e che siano instancabili nel vigilare, nel correggere, nell’insegnare a discernere il bene dal male. […] è grande il compito che attende la donna: che la impegna a non lasciare inaridire a contatto con la pesante realtà del lavoro la ricchezza della sua interiorità, le risorse della sua sensibilità, del suo animo aperto e delicato: a non dimenticare quei valori dello spirito che sono l’unica difesa della sua nobiltà: a non trascurare infine di attingere alle fonti della preghiera e della vita sacramentale, la forza per mantenersi all’altezza della sua missione ineguagliabile.
Giovanni XXIII, Udienza generale, mercoledì 7 dicembre 1960