Mese: Novembre 2020

Europa sotto attacco. Card. Hollerich (Comece): “La fraternità sia la nostra risposta al male del terrorismo”

Intervista al card. Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo e presidente della Commissione degli episcopati dell’Unione europea (Comece), sulla lunga scia di sangue che ha attraversato in questi giorni l’Europa. “Se l’obiettivo dei terroristi è quello di dividerci, noi, tutti insieme, Paesi dell'Unione europea ma anche cristiani, atei, agnostici, musulmani, ebrei, dobbiamo dire no.  Dobbiamo dire con fermezza, che non ci lasceremo vincere dall’odio. Che, al contrario, vogliamo vivere i valori che hanno reso possibile il progetto dell’Europa. Vogliamo vivere la fratellanza della quale ci ha parlato Papa Francesco. Non si lasceremo vincere su questo punto”

Cei: avviare “una riflessione ampia su quanto e come l’emergenza Covid-19 inciderà sul Paese e sulla Chiesa”

“La delicata situazione sanitaria del Paese, le tante domande che molti uomini e molte donne si stanno ponendo, gli effetti economici e sociali dell’attuale crisi sanitaria, la nascita di nuove forme di povertà, ma anche la vicinanza ai sofferenti, ai medici e agli operatori sanitari, la prossimità delle diocesi alle varie difficoltà, un’interpretazione evangelica di questo periodo, un’attenzione alla famiglia riscoperta nella sua dimensione di Chiesa domestica”: questi alcuni dei temi affrontati dai vescovi nel Consiglio episcopale permanente di ieri, svoltosi in videoconferenza, come si legge nel comunicato finale.

Did al 100%. “Studenti disabili nelle aule deserte”: il racconto degli assistenti

Il Dpcm appena pubblicato estende al 100% la didattica a distanza nelle scuole superiori su tutto il territorio nazionale, ma conferma, anche nelle “zone rosse”, la possibilità di frequenza per gli studenti con disabilità. Ecco cosa sta accadendo. «Chi non ha l'insegnante di sostegno di fatto non ha la possibilità di venire a scuola, ma personalmente credo che sia meglio per lui: in queste condizioni, con le aule deserte e i soli studenti disabili in classe, la scuola sembra più un centro diurno e parlare d'inclusione è davvero impossibile» racconta un operatore sociale.