È necessario chiarire che “inguaribile” non è sinonimo di “incurabile”: anche qualora una persona viva una condizione di malattia inguaribile è sempre possibile continuare a prendersi cura di lei, fino alla fine. È la logica delle cosiddette “cure palliative” che non rappresentano una resa davanti all’ineluttabilità di una malattia irreversibile, bensì un accompagnamento costante della persona malata per arrecare sollievo alle sue sofferenze
Le notizie sono discordanti, ma in ogni caso impressionanti. In tre mesi dall’inizio dell’invasione dell’armata della Russia ai danni dell’Ucraina sono già numerosi i giornalisti morti per raccontare un conflitto che nei piani di chi lo ha scatenato avrebbe già dovuto essere concluso da tempo.
Un museo trasformato in una casa d’accoglienza: questo il progetto realizzato dalla Comunità dei Frati Cappuccini per ospitare persone in emergenza abitativa. Al posto delle sale espositive dieci confortevoli alloggi, per un totale di 30 posti letto, accolgono famiglie intere mentre i singoli sono ospitati in camere con bagno con l’uso della cucina condivisa. Tutti gli ospiti sono alla ricerca di una soluzione temporanea, in attesa di riprendere in mano la propria vita.
La Chiesa ortodossa ucraina guidata dal Metropolita Onufriy e legata al Patriarcato di Mosca condanna la guerra, esprime dissenso rispetto alla posizione presa dal Patriarca Kirill sul conflitto e ha adottato una serie di emendamenti sullo Statuto che sanciscono “la piena indipendenza e autonomia della Chiesa ortodossa ucraina”.
Da esperienza di nicchia a risposta al bisogno per le persone disabili e anziane, con la pandemia l’attenzione per questo modello abitativo è aumentata. Le ultime realtà nate, gli investimenti e il commento degli esperti. Inchiesta pubblicata sulla rivista SuperAbile Inail
“Alè alè oh oh, io tanto già lo so, che l’anno prossimo gioco di sabato…”. Dall’alto del suo piedistallo di marmo, Walther von der Vogelweide, il più famoso poeta del medioevo tedesco, ha ascoltato con attenzione il ritornello ritmato che i tifosi dell’FC Südtirol hanno intonato i tifosi nella piazza centrale di Bolzano, dove la squadra altoatesina ha festeggiato la promozione in serie B. Una promozione storica che, in Trentino Alto Adige mancava dal 1948.Così com’era accaduto allo stadio Nereo Rocco di Trieste domenica 24 aprile, quando alle 16.20 al triplice fischio del signor Federico Longo da Paola i ragazzi di mister Javorcic hanno messo la firma ad una pagina di storia del calcio che rimarrà scolpita nella mente e nel cuore degli altoatesini
Sono forti gli effetti e le ripercussioni che il conflitto tra Ucraina e Russia sta avendo anche in campo sportivo, tanto con l’impedimento agli atleti russi di partecipare alle competizioni sportive, quanto sul piano economico, con tutte i contraccolpi che il blocco alle proprietà degli oligarchi riversa sulle società sportive di cui sono proprietari o cofinanziatori. Scelte importanti, segnali forte e decisi, che entrano però in un mondo - quello dello sport - dove non ci si aspetta di trovare la politica. O forse non è così? Assieme al giornalista Bruno Pizzul, "La voce isontina" ha cercato di ripercorrere la storia, per comprendere come, anche in passato, sia stato proprio lo sport a dare delle forti prese di posizione su situazioni geo - politiche gravi in atto nel mondo
Un incontro internazionale per celebrare la fondatrice dell’Opera della propagazione della fede. Si è svolto a Lione la città francese, città natale di Pauline Jaricot, proclamata beata da Papa Francesco domenica scorsa. Erano presenti 120 direttori nazionali delle Pontificie opere missionarie provenienti da ogni continente
“Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati”: è il tema della 108ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che sarà celebrata domenica 25 settembre. “Il loro lavoro, la loro capacità di sacrificio, la loro giovinezza e il loro entusiasmo – si legge nel messaggio del Papa – arricchiscono le comunità che li accolgono”. E qui, a Testaccio, uno dei quartieri più popolari di Roma, nonostante siano stati indegnamente costretti, per anni, ad accamparsi in baracche improvvisate tra la fitta vegetazione spontanea degli argini del Tevere, alcuni ragazzi curdi, con il loro lavoro, hanno restituito alla città un ambiente pulito e vivibile.