Con la scelta di vivere nel monastero Mater Ecclesiae in Vaticano, a poca distanza da Santa Marta dove risiede il Papa regnante, il Papa emerito ha continuato a offrire il suo servizio per il bene della Chiesa “nascosto al mondo”, come lui stesso ha dichiarato di voler fare, attraverso la preghiera, il silenzio, la mitezza e la discrezione, sostenendo il ministero del suo successore in un rapporto di fraterna amicizia e stima spirituale, oltre che obbedienza, attraverso visite, chiamate telefoniche e presenze agli avvenimenti più importanti, come il primo Concistoro di Papa Francesco o l’apertura della Porta Santa di San Pietro per l’inizio del Giubileo
Il Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa si unisce alle preghiere di tutto il mondo in suffragio dell’anima del Papa Emerito Benedetto XVI, deceduto oggi all’età di 95 anni.
Operai e tecnici specializzati ma anche professionisti di “alto profilo” come i dirigenti. Sono le figure professionali per le quali nel 2022 è stato più complicato il reperimento avviato dalle imprese disposte ad assumere. La fotografia, per certi versi impietosa, è stata scattata dal Rapporto Excelsior di Unioncamere-Anpal. In un anno è passata dal 32 al 41% la percentuale dei casi nei quali le aziende con dipendenti hanno faticato a individuare il personale di cui necessitavano. Ne abbiamo parlato con Paola Vacchina, presidente di Forma e consigliere del Cnel
“L’eredità teologica e il pontificato del grande Papa Benedetto XVI – colmi di un amore infinito per Cristo e la sua Chiesa – costituiscono l’ispirazione per le nuove generazioni dei discepoli di Gesù” e sono “un profondo univoco e vivo commento al deposito della fede apostolica”, ha scritto il presidente dei vescovi polacchi mons. Stanisław Gądecki alla notizia del trapasso alla Casa del Padre del papa emerito, esprimendo a nome di tutta la Chiesa del Paese “una profonda tristezza ma anche una profonda fede nella vita eterna”.
Oggi che Joseph Ratzinger chiude la sua lunga esistenza terrena, a chi ha avuto il dono di seguire e di raccontare tutto il suo pontificato viene in mente una parola su tutte: coerenza. La stessa piazza che ha visto l’inizio e la fine del ministero petrino, a otto anni di distanza, registra la cifra di un papato che si può riassumere nell’abbandono sereno, fiducioso e gioioso alla volontà dal Padre. A partire da una certezza: “Dio guida la sua Chiesa, la sorregge sempre e anche soprattutto nei momenti difficili”. “La Chiesa è viva”, è “un noi”, come aveva spiegato Benedetto nell’omelia della Messa delle Ceneri, pochi giorni prima del commiato davanti al suo popolo
Un Papa che ha parlato (e vissuto) di amicizia con Dio e gli uomini, dunque un Papa inutile per il mondo, che tollera la Chiesa solo se si guadagna da vivere con un fare spesso suppletivo delle inadempienze della politica e della società, e consistente in minestre ai poveri e assistenza sociologica spicciola. Un Papa che parlava di cose inutili, perché parlava della bellezza del Dio-uomo e del suo amore effuso tramite il Pane che viene dal cielo, mentre al mondo interessa il pane di cui soltanto vuole vivere. Un Papa che ci ha insegnato e mostrato lo splendore del vero culto a Dio, e dunque un Papa che ha mostrato cose inutili, perché gli occhi concupiscenti del mondo la bellezza la cercano sulle nudità di Instagram e nei weekend fuori città, bellezze orizzontali (come gli orizzonti) o anche peggio, pseudo-bellezze artefatte e pornografiche
Dai rappresentanti delle istituzioni europee e dai politici Ue arrivano messaggi di cordoglio per la morte del Papa emerito Benedetto XVI. “La scomparsa di Papa Benedetto mi rattrista. La mia solidarietà va a tutti i cattolici. Con le sue dimissioni aveva dato un segnale forte. Si è visto prima come un servitore di Dio e della sua Chiesa. Una volta che la sua forza fisica è diminuita, ha continuato a servire attraverso il potere delle sue preghiere”.
Oggi è il D-day, il pozzo da cui si attingono i giorni, l’ora X che appende sui muri di casa calendari di luce. Oggi artificieri più che esperti fanno brillare la bomba di grazia che il Natale ha sepolto dentro il nostro abitato.
Il nostro ultimo incontro risale al 6 ottobre 2014, presso il Monastero Mater Ecclesiae: gli ho consegnato i due volumi che raccoglievano i suoi articoli pubblicati su "Communio" e lui ha chiesto informazioni sui redattori che si erano succeduti. Soprattutto, ha insistito, bisogna ritornare alle fondamenta, in particolare alla redenzione e alla giustificazione. Ha concluso il nostro incontro, dopo circa mezz’ora, dicendomi: “Lavori, lavori, io prego per lei!”