Dall'inizio del conflitto in Ucraina sono stati uccisi 438 bambini e 851 sono stati feriti. La guerra colpisce in maniera drammatica i più piccoli. Questo l'allarme lanciato da Save the Children, nel Rapporto "Un pesante tributo: l'impatto di un anno di guerra sui bambini in Ucraina"
I dati di un sondaggio di analisi socioeconomica della popolazione fuggita nel nostro Paese. Il 72% degli adulti intervistati ha una formazione universitaria, il 30% parla italiano, il 63% è in cerca di lavoro. Il 39% dei nuclei profilati include almeno una persona con vulnerabilità
La decisione di sospendere gli account di TikTok dagli smartphone della Commissione europea, anche quelli utilizzati dal suo staff, “è stata presa per aumentare la cybersicurezza dell’Esecutivo europeo e per tutelare la Commissione Ue contro minacce e azioni di cybersecurity che forse potrebbero essere sfruttate per attacchi informatici all’ambiente istituzionale della Commissione”.
L'Associazione nazionale vittime civili di guerra, in occasione del 24 febbraio (giorno in cui, un anno fa, ha avuto inizio il conflitto russo ucraino), diffonde un bilancio delle sofferenze della popolazione civile. Dal 24 febbraio al 2022 al 15 febbraio 2023 le vittime civili della guerra in Ucraina sono state circa 21.293. Le armi esplosive sono responsabile del 90% delle vittime civili
«Mi rallegra vedere che in tanti ci mettiamo in cammino». Ha concluso così la sua riflessione, il vescovo Claudio, durante la celebrazione della Parola di Dio – nella serata del Mercoledì della Ceneri, 22 febbraio, in Cattedrale – con il rito di imposizione delle ceneri.
Attivisti, medici e infermieri, giovani donne, sportivi. E’ “il popolo” afghano giunto questa mattina a Roma Fiumicino dal Pakistan grazie al programma dei Corridoi Umanitari realizzati da Caritas Italiana (per conto della Conferenza Episcopale Italiana), FcEI (Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia), Tavola valdese e Comunità di Sant’Egidio. “Nessuno di loro avrebbe mai voluto lasciare il Paese se solo ci fosse stata la possibilità di rimanere”, racconta Daniele Albanese di Caritas Italiana. “C’è molta rassegnazione purtroppo rispetto a quello che sta ancora succedendo lì. C’è la speranza ma al momento la situazione è talmente degenerata che è impossibile per nessuno di loro pensare di poter fare rientro in patria”.
Con le nuove tecnologie, c'è il rischio di "una modificazione radicale dell'umano". A lanciare il grido d'allarme è stato mons. Vincenzo Paglia, mettendo in guardia dal transumanesimo e auspicando una nuova riflessione su temi come l'intelligenza artificiale e gli algoritmi.