“Un successo che ha intercettato un’esigenza significativa: la realizzazione di scambi formativi ‘dal basso’ e il mutuo apprendimento dai vissuti delle nostre realtà educative”.
Forse è giunto il momento di chiederci chi o che cosa stiamo cercando, dove crediamo di trovare la felicità. Se riflettiamo sulla nostra esistenza possiamo individuare gli elementi che non ci consentono di vivere il Vangelo da persone umane e decidere di spogliarci per camminare nella libertà di Cristo
“Camminare insieme è la cosa più semplice, a volte la più complicata… certamente la più bella”. Parola di don Fabio Fiori, parroco di Danta di Cadore e San Nicolò di Comelico (Bl). È lui l’anima di una cooperativa di comunità che sta aiutando la gente a rimanere nel proprio paese e questo territorio meraviglioso a non morire
Don Luigi e Stefano, Carmen e Maria Concetta e tutti gli altri protagonisti di questa avventura di solidarietà e speranza li ritroviamo coi loro volti, la loro voce, il loro racconto anche in un bellissimo video firmato da Giovanni Panozzo e in una galleria di nuove immagini
“A dieci anni da quello sbarco, ci chiediamo se non è possibile mettere fine a tutto questo, dopo tante esperienze come quella del 10 agosto del 2013”.
“Avevano promesso di mantenere la via aperta e invece il corridoio è rimasto circondato e bloccato ormai da 6/7 mesi. È un crimine, un crimine contro l’umanità. Ci sono bambini, vecchi, malati, persone affamate. E di fronte a questo scenario di disperazione, nessuno fa nulla. Si dichiari almeno che è in atto un nuovo genocidio”. È Sua Beatitudine Raphaël Bedros XXI Minassian, patriarca di Cilicia degli armeni, a lanciare un grido di denuncia su quanto sta accadendo attorno al corridoio di Lachin. E aggiunge: “L’Europa, gli Stati Uniti, la Russia, tutte le grandi potenze mondiali sono testimoni di un genocidio del 21° secolo ma non fanno nulla”, dice. “Anche nel 1915, gli ambasciatori di tutto il mondo erano presenti, sono stati testimoni di quello che stava accadendo ma non hanno fatto nulla per fermare il genocidio. Oggi quella storia si ripete”.
“Nei Vangeli Gesù risorto appare in primo luogo ad una donna. Chiese inclusive vuol dire comunità che accolgono tutti e tutte, ognuno con le sue imperfezioni, con il suo modo di essere diverso e unico. È una grande sfida ecumenica che abbiamo cercato di affrontare insieme nel dialogo, valorizzando i doni e i carismi e lasciando spazi per la crescita e la collaborazione a ognuno e ognuna, senza precomprensioni e pregiudizi”, spiega al Sir la presidente del Segretariato attività ecumeniche