L’Issr di Padova si interroga, nel dies academicus del 10 novembre, su una questione di estrema attualità. L’anno formativo inizia, inoltre, con la novità di “Pulchra”
In un tempo storico travagliato, incerto e inquieto come il nostro, sempre più stretto in una mentalità tecnico-scientifica-biomedicale, la Bibbia può offrire una dimensione più “olistica” della persona, della vita, della storia; può far accedere a un mondo di valori perennemente validi ed educare alla ricerca del senso.
«Ricordare i nostri morti alla luce della festa dei Santi, della nostra fede nella risurrezione di Gesù e in ciò che tale risurrezione comporta per noi: una vita che non termina, che ha la piena realizzazione nel Cielo».
Castagne, vino novello, la fantomatica finestra d’“estate” a cavallo del suo giorno. San Martino, venerato l’11 novembre, specialmente in una parrocchia che porta il suo nome come Voltabrusegana, è molto di più dei tratti che la tradizione vi ha aggiunto. «Le iniziative per la festa di san Martino – racconta il parroco, don Marco Galante – sono il cuore della vita di una comunità che ricorda il suo patrono. Noi vorremmo viverla come un’occasione, oltre che per onorare questo santo, anche per crescere nelle relazioni come comunità cristiana».
Sabato 11 novembre, alle 11, messa in Duomo presieduta da don Fabio Spinello e concelebrata dai sacerdoti piovesi per nascita o per servizio; domenica 12, ricordo di san Martino alla presenza delle autorità civili e militari e dei rappresentanti delle associazioni locali; alla messa delle 11.30 interviene Lorenzo Rampon, direttore di Caritas Padova.