24 maggio 1915, l’Italia entrava in guerra

Cento anni fa, nella notte tra il 23 e il 24 maggio, il primo colpo di cannone sparato dal forte Verena dava il via alla Grande guerra. Nell'anniversario un fascio di luce collegherà il “dominatore dell’Altopiano” con le cime del Trentino a segnare la fine delle frontiere. Perché oggi la sfida è quella di saldare ricostruzione identitaria e accoglienza. Per scoprire tutti gli appuntamenti in calendario nel fine settimana registrati gratuitamente al sito.

Redazione

La prima parola dopo cento anni, torna a forte Verena, la postazione corazzata da cui l’Italia, alle ore 3.55 del 24 maggio 1915, sparò il primo colpo di cannone contro l’impero austroungarico, avversario “storico” delle guerre d’indipendenza, ma recente alleato, nell’ambito della Triplice alleanza. Un’alleanza che l’Italia aveva prima congelato, con la scelta della neutralità, e poi denunciato quando con il patto di Londra scelse di scendere in campo accanto all’Intesa franco-russo-inglese.

Quel colpo di cannone, che tornerà ad echeggiare nella notte tra il 23 e il 24 agosto sull’altopiano di Asiago nell’ambito delle celebrazioni centenarie, è oggi una dichiarazione di pace Un fascio luminoso infatti collegherà la vetta del Verena con il “nemico” forte Verle e con la piana di Vezzena, nel vicino Trentino, che nei primi giorni di guerra subirono i bombardamenti del forte italiano, soprannominato dagli eserciti austroungarici “il dominatore dell’Altopiano”. Un dominio, a dire il vero, poggiato su piedi d’argilla visto che il forte era stato costruito “al risparmio”, senza tener conto della potenza dei moderni obici austriaci da 305 che lo centrarono a giugno mettendolo in breve fuori combattimento. Ma queste sono considerazioni storico-militari che poco hanno a che fare con il senso delle celebrazioni attuali, tutte protese da un lato al superamento delle barriere della vecchia Europa, dall’altro alla comprensione del costo umano pagato dalla gente comune, soldati e famiglie.

«Un costo – commenta don Roberto Bonomo arciprete di Asiago – che l’Altopiano ha pagato pesantemente, sul suo territorio e sulla sua gente, con le famiglie disperse per tutta l’Italia, con le giovani generazioni falcidiate, con i paesi distrutti. Oltre ai suoi luoghi, la gente dell’Altopiano ha corso il rischio di perdere la sua stessa identità. La rievocazione storica di Roana, che vuole riportare l’aspetto del paese all’anteguerra, ha proprio questo significato: ricordare cos’erano i Sette Comuni prima della guerra e capire in che modo si è manifestata la forte volontà di ricostruzione di questa identità distrutta». Una volontà di non dimenticare che diventa pressante nei confronti delle ultime generazioni, che non hanno sentito i racconti dei testimoni diretti e spesso nemmeno quelli dei loro figli. «Sposare identità e accoglienza – conclude don Bonomo – è la scommessa di queste generazioni, orgogliose di essere “altopianesi”, ma anche disponibili ad accogliere come una ricchezza, un valore non solo monetario l’apporto degli ospiti. Un regalo che la fede mette in evidenza nella “grande rogazione”, che quest’anno ha preceduto di una settimana lo storico anniversario».

Tutti gli appuntamenti in calendario nel fine settimana

Allo scoccare del centenario dell’entrata in guerra dell’Italia, sabato 23 e domenica 24 maggio sull’altopiano di Asiago viene ricordato questo evento con una serie di manifestazioni che si concentrano in due luoghi simbolo, Roana – monte Verena e il sacrario militare di Asiago.

Sabato 23 alle 15.30 all’ossario viene accesa la fiaccola che apre la sfilata del drappello per le vie del centro fino a Roana lungo il tracciato della vecchia ferrovia e l’antica strada della Val d’Assa. A Roana alle 16 inizia la rievocazione storica “Ritorno al 23 maggio del 1915” con letture in cimbro, musiche, giochi, mestieri del tempo. Alle 18.30 si celebra una messa con benedizione delle fiaccole, seguirà il concerto del coro Le voci della spelonca e la lettura di testi storici fino alle 22, quando un gruppo selezionato di figuranti e autorità partirà per la grande fiaccolata ai piedi del monte Verena “Uniti per la pace” (partenze da Roana, Mezzaselva e Rotzo intorno alle 22.30, bus di ritorno dalle 4 in poi alle piazze di partenza; si prevede una durata di quattro ore e mezzo, sono previsti punti di ristoro lungo il tracciato segnalato da nastri rifrangenti). Alle 2 inizierà la proiezione di foto inedite e del video dell’evento sul piazzale di monte Verena, da dove alle 3.55 verrà sparato un colpo di cannone commemorativo dell’inizio della guerra.

La rievocazione continuerà a Roana domenica 24 con escursioni guidate ai forti Verena e Campolongo previa prenotazione alle pro loco o alle guide dell’Altopiano. Ad Asiago la commemorazione prosegue sabato 23 alle 20.30 al Millepini con lo spettacolo “L’ultima estate dell’Europa” con Giuseppe Cederna (ingresso gratuito con prenotazione allo Iat). Domenica 24 alle 9.15 raduno presso la loggia dei caduti; alle 9.45 accensione della “lampada del centenario” con lettura di brani e canti del coro Asiago degli alunni della scuola primaria Ortigara. Alle 10.30 avvio della sfilata con fanfara dei bersaglieri in bicicletta di Roccafranca (Brescia), passaggio aereo commemorativo e alzabandiera in piazzale degli Eroi.

Alle 11 inizierà la celebrazione eucaristica all’aperto all’ossario, presieduta dall’arcivescovo mons. Mattiazzo con la partecipazione dell’arcivescovo asiaghese mons. Giampietro Gloder, presidente della Pontificia accademia ecclesiastica e vice camerlengo della Camera apostolica, e dei sacerdoti delle parrocchie dell’Altopiano. Dalle 14.30 sfilata dei rievocatori storici 145° Cp Btg Sette Comuni dall’accampamento storico del piazzale degli Eroi alle vie e piazze del centro, con la fanfara dei bersaglieri in bicicletta.

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