Chiesa | Diocesi
Spiritualità vedovile. Cammino di condivisione per scoprire nuovi spiragli di luce
Spiritualità vedovile Il primo incontro, di tre, si tiene sabato 14 dicembre
Chiesa | DiocesiSpiritualità vedovile Il primo incontro, di tre, si tiene sabato 14 dicembre
«Trovarmi insieme a persone che condividevano il mio stesso dolore, gli stessi pensieri, le lacrime… è stato per me una scoperta. Piangere insieme, anziché da soli, è liberatorio». Basterebbero queste parole di Elisabetta Chino, vedova da tre anni, per testimoniare l’impatto – positivo – di un percorso come quello degli incontri di spiritualità per le persone vedove, organizzato dall’ufficio di Pastorale della famiglia a Villa Immacolata. Ma non è solo questione di condivisione e di “compassione” (cum-patire, soffrire insieme). È una questione di fede e di speranza. E non è un caso se i tre incontri di quest’anno – 14 dicembre, 22 febbraio e 12 aprile (sempre al sabato, dalle 9.30 alle 17) – hanno come tema lo stesso del Giubileo, “Pellegrini di speranza”. Il dolore e la speranza si intrecciano, dando vita a un processo di trasformazione. Rossana Corso, vedova e componente dell’équipe di supporto da quattro anni, spiega: «Sono incontri che mettono insieme le persone che hanno vissuto questa esperienza e che spesso non riescono a fare quel passo in avanti, legato soprattutto all’accettazione. Chi non riesce rimane sempre fermo al momento in cui si è spezzato il legame con la persona che amava. Il nostro scopo è creare spazi in cui le persone possano ritrovarsi, ascoltarsi e avvicinarsi alla fede, anche attraverso la Parola di Dio». Il metodo è volutamente flessibile e adattato alle necessità del gruppo. «Ogni incontro è diverso – continua Corso – A partire da una parola chiave come “amore” o “vita”, sviluppiamo riflessioni e laboratori. C’è sempre un momento di spiritualità, guidato da don Giuseppe Toffanello, e uno spazio per la condivisione delle emozioni. La condivisione è fondamentale: sentirsi accolti e capiti aiuta a fare quel passo in avanti che spesso sembra impossibile». Per Elisabetta Chino, il percorso è stato un punto di svolta. «Ero molto chiusa nel mio dolore. Una mia amica, che conosceva la mia sofferenza, mi ha invitata a partecipare. Non sapevo cosa aspettarmi, ma la voglia di riprendermi mi ha spinto a provarci. È stata una scoperta: ho trovato persone che, avendo vissuto la mia stessa perdita, potevano capirmi davvero». Il senso di comunità nato durante gli incontri si è rivelato un supporto insostituibile. «Abbiamo formato un gruppo che continua a vedersi anche fuori dagli appuntamenti ufficiali. Ci sentiamo costantemente, condividiamo non solo il dolore, ma anche la forza di andare avanti. Questa condivisione è una vera ricchezza». Gli incontri, organizzati in tre appuntamenti annuali, sono rivolti a persone di tutte le età e si fondano su una dimensione di fede condivisa. «Non è solo un mutuo aiuto, ma un cammino spirituale collettivo – spiega Chino – La fede ci dà la speranza necessaria per continuare a vivere, nonostante il vuoto che la perdita lascia dentro di noi. È un viaggio che affrontiamo insieme, e che ci aiuta a scoprire nuovi spiragli di luce». L’équipe, guidata da professionisti come Gabriella Tognon e don Giuseppe Toffanello, mira a fornire strumenti pratici per affrontare la quotidianità. «Dopo uno o due anni, i partecipanti sono incoraggiati a proseguire autonomamente il loro percorso – spiega Corso – L’obiettivo è che chi partecipa trovi la forza di vivere la propria realtà con una nuova prospettiva». Tuttavia, c’è ancora lavoro da fare per far conoscere queste opportunità. «Le parrocchie spesso non promuovono abbastanza queste iniziative –osserva Corso – Ci vorrebbe una comunicazione più capillare, perché non tutti sanno che c’è questo supporto». Anche Elisabetta Chino invita chi vive questa esperienza a non avere esitazioni: «Non sai cosa puoi trovare finché non partecipi. Per me è stato un cammino di rinascita, e lo consiglio a chiunque si senta solo nel proprio dolore».
Andrea Canton