Istat: a novembre inflazione stabile. Cresce ma non abbastanza l’export

Inflazione sostanzialmente ferma, è questo il primo dato che appare confrontando ottobre con novembre, mentre rallenta su base annua rispetto alle previsioni.

Diverso andamento per importazioni ed esportazioni, entrambe in crescita, segno che i mali del paese sono — soprattutto? — all'interno dei confini nazionali.

Nel complesso è tutta l'economia italiana a flettersi e a contrarsi, subendo una serie di movimenti nazionali ed internazionali troppe volte contrastanti.

Gianluca Salmaso

Che cos’è l’inflazione? È l’aumento medio dei prezzi dei beni o, più semplicemente, la diminuzione del valore del denaro.

Ieri con 1€ potevo bere un caffè al bar, oggi servono 1,10€ e quei dieci centesimi di rincaro sono ascrivibili all’inflazione.

L’Italia, nel suo piccolo, è stata per anni campionessa nella categoria: dall’inflazione negativa del 1958 fino allo zero del 2016, passando per il 25% del 1974 e la media del 15% nel decennio successivo.

Prezzi al consumo

Se i generi alimentari, lavorati e non, registrano un lieve aumento — circa lo 0,2% sul mese di ottobre — rallentano gli energetici regolamentati e non che, se pure in aumento del 7.8% e 10.7%, contribuiscono alla frenata complessiva dei prezzi al consumo.

I beni energetici non regolamentati, in particolare, crescono meno del previsto di quasi tre punti percentuali: gpl per autotrazione e domestico, benzina e gasoli aumentano comunque di un sostanzioso 7.8% ma sarebbe potuto andarci peggio.

Import – export

Nel terzo trimestre del 2018, da agosto a ottobre, a crescere sono soprattutto le importazioni che registrano +2.7% rispetto all’uno dell’export.

Ad ottobre la situazione si fa, su base annua, molto più brillante: +11.5% delle esportazioni verso i paesi extra Unione Europea, da cui si segnalano anche importazioni in aumento del 24.8%.

Performance buone anche dai mercati continentali, verso i quali le esportazioni aumentano di un roseo +8.1% con Germania, Francia, Svizzera e Paesi Bassi in forte crescita sia percentuale che assoluta.

I settori più dinamici sono quelli farmaceutici e botanici con un clamoroso +45%, mentre sono in calo le esportazioni di autoveicolo del -8.1% anche a causa del rallentamento del mercato continentale.

Situazione generale

Se l’Europa ha complessivamente rallentato il suo cammino nel corso del trimestre, questo è da imputarsi anche alla frenata dell’economia tedesca, storicamente motore del continente e nostro partner di rilievo.

Anche l’Italia, nel complesso, ha segnato il passo: dopo una marcata decelerazione nei mesi precedenti, nel periodo analizzato dall’Istat, ha sentito il peso dei mancati investimenti e della diminuzione dei consumi contraendosi ulteriormente.

A tirare è ancora, finché durano, sono le esportazioni che comunque non riescono a mantenere in positivo il bilancio generale. Tengono, per il momento senza troppi scossoni, i livelli occupazionali ma calano i margini per le imprese.