Chiesa | DiocesiSanta Rita Silvia Benedetti riceve i sacramenti con accanto il marito Marco, le figlie, Mario (il suo catechista) e la comunità
È la Veglia pasquale più attesa, per Silvia Benedetti, giovane mamma della parrocchia di Santa Rita in Padova. Quella di diventare cristiana è stata una scelta maturata in età adulta che, nonostante la precedente frequentazione della parrocchia, è giunta come una sorpresa per lei. «Ai tempi del mio fidanzamento con Marco, io ero atea – spiega Benedetti –Per lui, credente, il matrimonio cristiano aveva un significato che io non comprendevo, ma che accettai, optando per un rito con la disparità di culto, affinché fossero rispettate le idee di entrambi. Frequentai così il corso per fidanzati, che suscitò in me l’interesse verso Dio, senza tuttavia distogliermi dalle mie convinzioni. In seguito, durante un viaggio in America, iniziai a sentire un cambiamento che stava operando lento, ma costante nel mio cuore. All’inizio non ne compresi la portata. Mi interrogai per comprendere se fosse soltanto una passeggera influenza di quanto avevo appreso al corso in preparazione al matrimonio, o se Dio stesse veramente attuando una trasformazione dentro di me». Era proprio così. Silvia ha iniziato il proprio cammino di catecumenato due anni fa. Il parroco, don Romeo Sinigaglia, affidò la sua preparazione a Mario Beltrame, un parrocchiano di grande fede, capace di avvicinare le persone con garbo e, allo stesso tempo, con efficacia. Non è stato facile conciliare i numerosi impegni di una mamma di due bambine piccole, laureata in chimica e tecnica farmaceutica, e impegnata nel lavoro di informatrice medica, che attualmente sta studiando per conseguire una seconda laurea in biologia della nutrizione. «Sono infinitamente grata a Mario per la sua grande disponibilità a curare la mia formazione, venendo incontro ai miei numerosi impegni di madre lavoratrice» dichiara Silvia. «La mia gioia nel poter accompagnare Silvia è stata grande – replica Mario Beltrame – In passato, ho seguito la preparazione di altre due catecumene. Ogni volta è un’esperienza diversa, ma sempre molto toccante, perché il catecumenato non è una trasmissione arida di sapere o di valori. Il catecumenato è una relazione a tre: ci sono il catecumeno, il catechista e, soprattutto, c’è Gesù. Ed è proprio la presenza di Cristo a rendere questo percorso un cammino capace di arrivare al cuore e di cambiare le persone. Quando penso al Vangelo, ricordo un brano di una canzone di Lucio Battisti che potrei parafrasare così: “Quando la Parola scende dentro al cuore, come la neve non fa rumore”. È così che opera Dio, scavando nel silenzio del nostro cuore». «Un fattore determinante nella mia scelta – prosegue Silvia Benedetti – è stata la concordanza tra ciò che avevo imparato, e che sentivo, e le azioni delle quali ero testimone: la coerenza tra le parole e le scelte di vita di Mario e delle persone che mi stavano intorno, iniziando da mio marito, che mi ha sostenuta e si è confrontato con me costantemente, aumentando così le mie occasioni di dialogo e di crescita personale»
Una cinquantina gli eletti – tra adulti e ragazzi – ricevono i sacramenti dell’iniziazione cristiana nella Veglia pasquale. Tre, in particolare, li ricevono dal vescovo Claudio in Cattedrale (alle 21). Sempre qui, il giorno di Pasqua alle 17, sono invitati tutti i neofiti – con la loro veste bianca battesimale – per la celebrazione dei vespri. Ciascuno di loro, poi, vivrà il rito della deposizione delle albe nella propria parrocchia.
