Chiesa | DiocesiAl cuore della festa c’è il mandato missionario a 25 giovani che in estate vivranno un’esperienza in missione
Dopo l’edizione speciale dello scorso anno, che aveva visto “protagonista” l’ordinazione episcopale di don Lucio Nicoletto, vescovo in Amazzonia, la Festa della missione della Chiesa di Padova torna in una forma più consueta, ma non meno significativa. L’appuntamento è per domenica 25 maggio a partire dalle 15.15 all’Opsa di Sarmeola, uno dei luoghi giubilari diocesani. Una festa che è prima di tutto incontro e gratitudine, un tempo per “ricaricarsi interiormente” con chi è partito per terre lontane, ma anche con chi nelle parrocchie e nelle comunità locali vive quotidianamente uno stile missionario. «Non è un convegno – spiega don Raffaele Coccato, direttore del Centro missionario diocesano – ma un’esperienza di fraternità, preghiera e bellezza condivisa. La missione ci insegna ad affrontare con fiducia e creatività i nuovi scenari della vita ecclesiale: ci invita a non restare bloccati nelle forme del passato, ma ad aprirci con coraggio a una Chiesa che cambia». Si inizierà con una processione giubilare fino alla “porta santa della carità”, accompagnati dalla comunità dell’Opsa. Seguirà, in sala polivalente, lo spettacolo “Abramo, ovvero un Dio che parte” di Giovanni Soldani. Il cuore della festa sarà il mandato missionario ai 25 giovani in partenza per esperienze estive in missione – in Angola, Brasile, Kenya, Colombia, ma anche Castel Volturno in Italia – a conclusione di un anno di formazione. Condividerà la sua testimonianza suor Lucia Corradin, elisabettina, rientrata dal Caritas Baby Hospital di Betlemme. «Vogliamo trasmettere un messaggio di speranza – prosegue don Raffaele – anche per la nostra Chiesa locale. È tempo di rinnovare le collaborazioni pastorali, l’impegno per una ministerialità diffusa, l’ascolto della Parola nelle piccole comunità. La missione non è solo altrove: è qui, in mezzo a noi. E ogni esperienza vissuta nei cinque continenti, arricchisce e rilancia anche il nostro cammino». Chiuderà la giornata un buffet condiviso in un clima che – come dice don Coccato – «invita a non sentirsi soli, ma parte di un popolo che cammina insieme, con fiducia e cuore aperto». (A. C.)
