Chiesa | DiocesiDomenica scorsa, in Cattedrale, si sono stretti attorno alla 72enne di Luvigliano, ma impegnata in parrocchia a Bresseo, i due figli cinquantenni e le altre vedove dell’Ordo di Padova: una consacrata e due in cammino
È stata un’emozione immensa, che affonda le radici nel dolore profondo della perdita del proprio marito, compagno di vita e padre dei suoi due gemelli, oggi cinquantenni. Con il cuore pieno di gioia e con profonda gratitudine per la chiamata ricevuta, domenica scorsa, in Cattedrale, Silvana Ravazzolo (72 anni) ha ricevuto dal vescovo Claudio la consacrazione nell’Ordo viduarum della Diocesi di Padova. L’ordo è costituito da vedove che scelgono di mantenere la propria condizione vedovile e di consacrarsi a Dio dedicando la propria vita al servizio della comunità cristiana. «La consacrazione avviene attraverso la professione di tre propositi: vivere nella sobrietà, obbedire al vescovo e alla Chiesa, conservare la castità vedovile» spiega Silvana Ravazzolo.
Nella quotidianità di Silvana non interverranno cambiamenti significativi con la consacrazione all’ordo. La sua vita è da sempre legata al servizio parrocchiale, che ha svolto dapprima nella sua Luvigliano, dove ha operato come catechista e come vicepresidente del consiglio pastorale e, dopo la morte del marito Andrea Isatti, nel 2003, a Bresseo, dove è diventata ministro straordinario della comunione. Qui Ravazzolo ha accompagnato il cammino di fede del gruppo genitori e dei catecumeni. Attualmente, si occupa della catechesi ed è responsabile del gruppo liturgico. Quali sono state le ragioni della sua scelta? «Ho sentito il desiderio di vivere la mia fede in modo più profondo, in una comunione completa con il Signore, dopo la perdita di mio marito, ma a quel tempo ignoravo l’esistenza dell’Ordo viduarum. Un giorno ho ricevuto una telefonata di Elide Siviero (Ufficio per il catecumentato), che mi ha messo in contatto con Paoletta Olivi, che in quei giorni era a Roma per la sua consacrazione (e ora è “incardinata” in Diocesi di Padova, ndr). Siviero mi parlò dell’ordo, spalancandomi le porte di un cammino che desideravo intraprendere, ma non ne conoscevo le modalità. Da quel giorno, la mia vita si è orientata verso la consacrazione, attraverso la meditazione e il discernimento insieme a don Paolo Marzellan, l’incaricato diocesano».
Qual è stata la reazione dei suoi figli?«In un primo momento erano intimoriti per una scelta così importante, ma poi hanno compreso la chiamata che sentivo da tempo. La consacrazione all’ordo è un modo nuovo di vivere il battesimo, la confermazione e il matrimonio, come forma di unità con Cristo e con la Chiesa». (C. G.)
