Idee
Persone con disabilità. Vivere la speranza in ogni incontro
Carissimi, siamo fortunati: invitati a vivere un anno incentrato sulla Speranza, come la parola chiave di questo anno giubilare, e a diventare “Pellegrini di speranza”
IdeeCarissimi, siamo fortunati: invitati a vivere un anno incentrato sulla Speranza, come la parola chiave di questo anno giubilare, e a diventare “Pellegrini di speranza”
Anche noi abbiamo accettato l’invito del papa di metterci in cammino per tornare alla sorgente della nostra fede in Gesù, a Roma, in occasione del Giubileo delle persone con disabilità con un po’ di dispiacere per non poter incontrare papa Francesco, da qualche giorno salito al Cielo. Per la celebrazione iniziale ci ha accolto la Basilica di San Paolo fuori le mura dove abbiamo percepito la mondialità del Giubileo essendoci state persone da tutto il mondo nel cui sguardo c’era il desiderio di radicarsi nella Speranza. San Paolo ci ricorda ciò che nutre la nostra speranza: «La speranza non delude perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo». Non c’è speranza più grande che sapere di essere amati dal Padre, salvati da suo figlio Gesù e sostenuti dallo Spirito Santo. È un invito senza condizioni, che ha bisogno della nostra risposta: lo accetteremo? In Fede e Luce (disabili, famigliari, amici che si ritrovano e sostengono in Gesù) siamo invitati a vivere questa Speranza in ogni nostro incontro, siamo figli della Pasqua e conosciamo la sofferenza e le difficoltà che convivono nella disabilità, sapendo però che la croce non si esaurisce in sé, ma è il passaggio verso la risurrezione. Siamo chiamati da Gesù – come ha fatto con Pietro, Giovanni e gli altri apostoli – a condividere esperienze di vicinanza, aiuto, sostegno; siamo incoraggiati inoltre a guardare le persone che ci sono accanto: chi sta attraversando un brutto momento e ha bisogno di sperimentare la gioia? Nella nostra esperienza giubilare a Roma la Fede e la Luce sono diventate più visibili facendoci vedere e sentire tra noi e nel mondo. Mons. Fisichella nella catechesi a San Pietro ci ha ricordato che le persone con disabilità sono nel cuore della Chiesa, perché la debolezza aiuta ad amare di più. Portandoci la testimonianza di Herman, il monaco con disabilità che nel Medioevo scrisse la preghiera del Salve Regina, si vede come queste persone abbiano capacità e doni sorprendenti. Ci vengano donati sempre più occhi e cuore per riconoscere e valorizzare le persone fragili perché loro è il Regno di Dio.
Cesarina Bertin volontaria di Raggi di Sole, gruppo di Conselve dell’associazione Fede e Luce