Idee | Lettera.D
Giunge al termine un anno scolastico e si apre un tempo di riposo, di revisione degli impegni, di riparazione, di esperienze alternative alla scuola. È un tempo che gli studenti percepiscono come libertà e attendono con entusiasmo, mentre per i genitori si profilano preoccupazioni e impegni nuovi per la gestione dei figli. L’anno che si conclude è stato segnato da alcuni importanti provvedimenti di politica scolastica: l’introduzione delle linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica; la proposta
di nuove indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia e il primo ciclo su cui è stata aperta la consultazione delle scuole; le innovazioni relative alla valutazione dell’apprendimento e del comportamento nella scuola primaria e secondaria di primo grado; la legge sull’introduzione delle competenze non cognitive e trasversali nei percorsi scolastici; la progressiva organizzazione e implementazione degli ambienti digitali nella didattica, non senza ripensamenti critici. Quale bilancio trarre da questa serie di provvedimenti? Quali linee di tendenza si profilano?
Le dichiarazioni che provengono dal Ministero indicano la cura per una scuola dove è restaurata la severità dell’impegno e dello studio, anche grazie al ripensamento dei curricoli scolastici in termini di definizione di contenuti da insegnare e di ritorno alla tradizione; dove è sostenuta l’autorità e autorevolezza dei docenti, troppo spesso insidiata da gravi e ripetuti episodi di aggressione e violenza; dove è ripristinato un clima di ordine e di impegno attraverso nuove disposizioni relative alle norme di disciplina scolastica e al voto di comportamento, unitamente alla cura posta all’insegnamento dei valori e dei principi della civile convivenza raccomandati nelle linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica. Ogni provvedimento è stato accompagnato, come spesso avviene per la politica scolastica, da accesi dibattiti che hanno evidenziato opposte posizioni ideologiche. Purtuttavia non si può non leggere in alcune disposizioni, quelle sull’orientamento, sull’educazione civica e sulle competenze non cognitive, lo sviluppo coerente di alcune linee di tendenza, che da qualche tempo, indipendentemente dai governi, percorrono la scuola italiana:
Autoconsapevolezza, empatia, cooperazione, autonomia, fiducia, intelligenza emotiva, resilienza, assunzione di decisioni, metacognizione, comunicazione, responsabilità, auto-orientamento: tutte queste competenze indicano dimensioni complementari e integrali per la formazione della persona ed esigono chiaramente un cambiamento della didattica, la strutturazione di ambienti dove il fare esperienza
prevale sull’apprendimento verboso e concettuale. Per la scuola queste acquisizioni si traducono nell’invito a far spazio nel curricolo a esperienze diverse e laboratoriali, dove gli alunni sono resi protagonisti del loro apprendimento, dove sono invitati a collaborare, a ricercare, a pensare e a
riflettere, a progettare, a organizzare insieme. Per l’extrascuola e la famiglia si prospetta una sfida, che si
rinnova nel tempo delle vacanze estive, a costruire una rete di opportunità, perché i ragazzi non si perdano dentro gli schermi degli smartphone, escano dal ripiegamento su se stessi, intraprendano nuove avventure, incontrino realmente gli altri, conoscano la fatica e la bellezza di vivere e costruire insieme. Ecco allora l’estate popolarsi di centri estivi, campi scuola, viaggi studio, vacanze in famiglia, amicizie nuove, laboratori, percorsi nella natura, nell’arte, nella conoscenza. È un tempo privilegiato per coltivare il “non cognitivo”, ossia quelle dimensioni che non solo potenziano e sostengono ogni apprendimento, ma anche valorizzano la scoperta di interessi, l’impiego utile del tempo, l’emergere progressivo di attitudini e vocazioni, così importante per dare senso e motivazione anche all’impegno scolastico. Tutto questo ci restituisce anche a una cura gratuita per le persone, per la bellezza, per gli interessi, non più piegata al raggiungimento di obiettivi e scopi, finalmente libera di rispondere ai bisogni più profondi e ineludibili dell’umano.
Rocco Bello
Membro del Comitato Scientifico della Fondazione Bortignon, già Dirigente Scolastico