Chiesa
“Vi invito a mettere davanti al Cuore di Cristo le vostre parti più doloranti o fragili, quei luoghi della vostra vita dove vi sentite fermi e bloccati”. Leone XIV ha cominciato con questa richiesta la catechesi dell’udienza generale, dedicata ad un “aspetto essenziale della vita di Gesù”: le guarigioni. “Chiediamo al Signore con fiducia di ascoltare il nostro grido e di guarirci!”, l’appello del Papa, che nella catechesi dell’udienza di oggi in piazza San Pietro si è soffermato sulla figura del cieco Bartimeo, la cui storia ci dimostra che
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“non bisogna mai abbandonare la speranza, anche quando ci sentiamo perduti”.
Gesù incontra Bartimeo, “un uomo cieco e mendicante”, a Gerico, città che sta sotto il livello del mare. “Gesù, con la sua morte, è andato a riprendere quell’Adamo che è caduto in basso e che rappresenta ognuno di noi”, ha spiegato Leone XIV: “Bartimeo non riesce a vivere ciò che è chiamato a essere. A differenza del grande movimento di gente che cammina dietro a Gesù, Bartimeo è fermo”. “Cosa possiamo fare quando ci troviamo in una situazione che sembra senza via d’uscita?”, si è chiesto il Pontefice, secondo il quale Bartimeo “ci insegna a fare appello alle risorse che ci portiamo dentro e che fanno parte di noi. Lui è un mendicante, sa chiedere, anzi, può gridare! Se desideri veramente qualcosa, fai di tutto per poterlo raggiungere, anche quando gli altri ti rimproverano, ti umiliano e ti dicono di lasciar perdere. Se lo desideri davvero, continua a gridare!”. “Il grido di Bartimeo, riportato dal Vangelo di Marco – ‘Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!’ –, è diventato una preghiera assai nota nella tradizione orientale, che anche noi possiamo utilizzare”, la proposta del Papa: “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore”.
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“Molte volte, quello che ci blocca sono proprio le nostre apparenti sicurezze, quello che ci siamo messi addosso per difenderci e che invece ci sta impedendo di camminare”,
l’analisi di Papa Leone: “Per andare da Gesù e lasciarsi guarire, Bartimeo deve esporsi a Lui in tutta la sua vulnerabilità”, ha spiegato: “Questo è il passaggio fondamentale per ogni cammino di guarigione”. “Bartimeo è cieco, ma paradossalmente vede meglio degli altri e riconosce chi è Gesù!”. E Gesù risponde al suo grido riattivando la sua vita: “Lo spinge a rialzarsi, si fida della sua possibilità di camminare”. “Quell’uomo può rimettersi in piedi, può risorgere dalle sue situazioni di morte. Ma per fare questo deve compiere un gesto molto significativo: deve buttare via il suo mantello!”, ha osservato il Santo Padre: “Per un mendicante, il mantello è tutto: è la sicurezza, è la casa, è la difesa che lo protegge. Persino la legge tutelava il mantello del mendicante e imponeva di restituirlo alla sera, qualora fosse stato preso in pegno”.
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“Non è scontato che noi vogliamo guarire dalle nostre malattie, a volte preferiamo restare fermi per non assumerci responsabilità”,
la denuncia del Pontefice. Nell’episodio evangelico, Bartimeo “non vuole solo tornare a vedere, vuole ritrovare anche la sua dignità!”. “Per guardare in alto, occorre rialzare la testa”, la ricetta di Leone XIV: “A volte le persone sono bloccate perché la vita le ha umiliate e desiderano solo ritrovare il proprio valore”. “Ciò che salva Bartimeo, e ciascuno di noi, è la fede”, ha garantito il Papa: “Gesù ci guarisce perché possiamo diventare liberi. Egli non invita Bartimeo a seguirlo, ma gli dice di andare, di rimettersi in cammino. Marco però conclude il racconto riferendo che Bartimeo prese a seguire Gesù: ha scelto liberamente di seguire colui che è la Via!”.
“Portiamo con fiducia davanti a Gesù le nostre malattie, e anche quelle dei nostri cari, portiamo il dolore di quanti si sentono persi e senza via d’uscita”,
l’appello finale: “Gridiamo anche per loro, e siamo certi che il Signore ci ascolterà e si fermerà”. Al termine dell’udienza, la preghiera e la vicinanza nei confronti delle vittime della tragedia di Graz, in Austria.