La nuova stagione è iniziata. Il Voi Tanka Village di Villasimius è tornato a popolarsi suoni e risate. E di silenzi carichi di nostalgia e ricordi. Silenzi capaci di far volare la fantasia sulle ali di una storia raccontata nel buio della notte, dalle espressioni del viso e dai gesti semplici di mani vestite da guanti bianchi. Così come era capace di fare Francesco Tornello, il capo villaggio, per vent’anni il “gigante buono” del Tanka.
Sono trascorsi sette mesi da quando Francesco, che tutti chiamavano affettuosamente Ciccio, se n’è andato a soli 45 anni, messo al tappeto da quel tumore che da alcuni anni si era fatto suo compagno di viaggio.
“Francesco non si fermava mai, aveva sempre un’attenzione particolare verso tutti – racconta al Sir la sorella Marilena –. Quando entrambi abbiamo lasciato casa per costruirci la nostra vita, i nostri genitori erano molto giovani: mamma aveva 41 anni e papà 44. Ma la loro casa non è rimasta a lungo vuota. Francesco, infatti, portava sempre gente, vuoi i ragazzi che facevano la stagione con lui, vuoi dei colleghi. Ha allargato la nostra famiglia, aprendola a tante altre persone”. E quanti fossero gli amici di Francesco, Marilena e i suoi genitori, lo hanno scoperto solo all’indomani della sua morte. “Sapevamo che era molto conosciuto e amato, ma non immaginavamo così tanto – prosegue Marilena –. Ai suoi funerali, celebrati nella chiesa parrocchiale di Grammichele, hanno partecipato oltre tremila persone. Centinaia quelli che hanno seguito la cerimonia in diretta streaming. E noi siamo stati sommersi da una valanga di amore. Letteralmente. Non immaginavamo così tanto. Centinaia i messaggi che abbiamo ricevuto, da persone che non conoscevamo. Persone a cui Francesco ha donato un sorriso, una parola di conforto o di incoraggiamento. Tanti i giovani, incontrati soprattutto negli anni al Tanka, per i quali Francesco è stato come un padre. Andavano da lui a chiedere consiglio, per essere consolati in un momento difficile, o semplicemente per condividere una gioia. Ora che Francesco non c’è più, molti sono quelli che scrivono a mia mamma per chiedere a lei un consiglio. Come se parlassero direttamente a Francesco”.
Francesco era animato da una fede profonda e da una forte devozione verso Maria e verso san Michele e santa Caterina, i santi patroni di Grammichele (cittadina in provincia di Catania), ai quali aveva dedicato l’associazione – da lui fondata e guidata – che dal 2001 organizza le processioni dell’Immacolata e della festa patronale. Tutto questo lo ha portato a vivere la fede non solo a parole, ma anche con gesti concreti. “Pensava sempre prima agli altri e poi a se stesso – aggiunge Marilena – prima di essere ricoverato per l’aggravarsi della sua malattia, si era già organizzato per andare a visitare vestito da Babbo Natale i bambini del reparto di oncologia pediatrica, come faceva ogni anno, per portare loro le caramelle e per regalare loro un sorriso e qualche momento di spensieratezza. Ha dato tutto agli altri. Letteralmente. Tutto quello che aveva. Era inarrestabile. Non si fermava mai, aveva sempre un progetto o un’idea da realizzare. Sempre in movimento, fino all’ultimo”.
Regalare attimi di gioia agli altri, farli ridere: questa la vocazione di Francesco, che trova forma, nella sua passione per il teatro. “Aveva appena 13 anni quando fonda nell’oratorio la compagnia teatrale Angelo Musco – ricorda Marliena – unendo così fede e vocazione artistica”. Diverse le partecipazioni a trasmissioni tv come “La sai l’ultima?” o nei film di Pieraccioni. Ma è sul palco del Teatro Metropolis del Tanka Village che Ciccio Tornello dà – più che in ogni altro luogo – voce al suo talento e alla sua arte. Un teatro che sabato prossimo, 29 giugno, gli sarà intitolato ufficialmente in una cerimonia a cui parteciperà anche Marilena con suo marito e con i suoi due figli, Costanza e Alberto. Dopo la cerimonia di intitolazione – annunciata lo scorso 20 maggio su Ig – ci sarà, a partire dalle 22, uno spettacolo con la partecipazione di artisti che con Francesco Tornello hanno condiviso il palcoscenico e la vita. Nella mattinata di domenica 30 giugno, poi, la festa in ricordo di Ciccio Tornello proseguirà sulla spiaggia del Tanka.
A spiegare cosa ha spinto la direzione di Voi Hotel e di Samarcanda a intitolare il teatro Metropolis a Francesco Tornello è, sul sito di Samarcanda, Dario Filippi, direttore e fondatore dell’agenzia che gestisce l’animazione di molti villaggi turistici per cui Tornello lavorava. “Non è un’idea, ma un atto dovuto chiamare la casa con il nome di chi l’ha onorata, vissuta, amata e illuminata tutte le sere. Quell’omone nel mezzo di quel piccolo palco riempito di simpatia, bellezza e sicurezza. La padronanza e la genialità nel fare in modo che ogni suo gesto, ogni sua espressione, il suo siciliano estremizzato arrivavano al cuore di chiunque occupava le sedie di quel teatro. Ogni ospite riceveva in egual misura il suo sguardo serio o sornione o sorridente. Poteva permettersi di prendere in giro chiunque come nessun altro, aumentando sempre di più la sua simpatia. Aveva e distribuiva un pezzo di cuore a ciascun presente in ogni sera fino ad arrivare allo scherzo di una sorta di benedizione, e forse quasi quasi ci si credeva pure. Per me è stato un santo, e se ora lui mi benedisse sul serio dal cielo, sarebbe il regalo più grande che potrebbe farmi”. “Aveva la capacità di arrivare al cuore di tutti, con qualunque pretesto, un uomo capace di unire le persone, emozionarle e farsi amare da tutti”. A partire dagli animatori – ogni anno più di settanta ragazzi – e dal cast artistico, con cui condivideva la quotidianità e per i quali è stato come un padre.
“Ciccio Tornello è stata una persona importante per tutti, non solo qui al Tanka, ma anche per l’intero paese di Villasimius”. A parlare è il 27enne Thomas Lucaccini, in arte Wondy. “Andava oltre i ruoli, oltre tutto – racconta al Sir –. Era amico di tutti, non voleva mai andare contro nessuno e cercava sempre di appianare sul nascere qualsiasi possibile contrasto. Era un pane di uomo, buono, che cercava il bene in tutti”.
“Sapeva di non stare bene, ma non lo aveva mai detto o fatto pesare a nessuno – prosegue Lucaccini – a ogni riunione, però, ci parlava sempre dell’importanza della salute. Tutte le altre possibili preoccupazioni, sono dettagli”.
Sul palco del Metropolis, Lucaccini sale nei panni del clown Wondy, mettendo in scena uno spettacolo interamente ideato, scritto e realizzato da lui. “Ad inizio e fine stagione ho sempre avuto un problema con il pubblico, perché gli spettatori sono pochi e mi preoccupo sempre di far arrivare al meglio la mia arte – racconta Lucaccini – e Ciccio, quando mi vedeva preoccupato mi incoraggiava ripetendomi ‘niente ci fa’, ossia ‘tu sai farei il tuo lavoro, sali sul palco e regala la tua arte a chi hai di fronte’”. E quest’anno, prima ancora di donarla al suo pubblico, Lucaccini la sua arte ha deciso di donarla a lui. Come ha scritto nei giorni scorsi sul suo account Ig: “La stagione è iniziata. Non ne ho mai parlato, ma non nascondo che sarà dura. Il primo anno senza di te… Eppure so che, tra quelle stelle che brillano sopra il mare, ce n’è una che ci guarda, forte e fiera. E quest’estate brillerai ancor di più per la gioia che riceverai. Io, intanto, salirò sul palco con un nuovo spettacolo, che ho scritto pensando a te: “Qui per magia”.
“Per me è stato un po’ una magia averlo conosciuto – spiega al Sir – era come un padre con cui potevi confrontarti e parlare di tutto. È stato un dono dal cielo, che poi se n’è andato lasciandoci una lezione di vita di cui ora siamo chiamati a fare tesoro. Lo spettacolo che ho ideato quest’anno, “Qui per magia”, inizia con Wondy che esce da una scatola che scende dall’alto e poi, alla fine, dopo aver fatto volare la fantasia di grandi e piccoli tra sketch e numeri di magia, rientra nella scatola che sale e magicamente Wondy non c’è più”.
“Solo al momento dei saluti finali, comparirà sullo schermo la mia dedica a Ciccio: Perché la magia vera è lasciare il sorriso anche quando non ci sei più”.