Sottratta ad un progetto che l’avrebbe vista attraversata da una tangenziale, ora la riserva naturalistica del Tavello a Limena è il luogo dove da tredici anni messaggi di attenzione ambientale vengono lanciati dal Porto Vecchio Festival, in programma quest’anno nei fine settimana dal 4 al 13 luglio. In ricordo di quell’unione tra persone che bloccò la costruzione di quella lingua d’asfalto, l’appuntamento estivo ospitato da Oasi Bettella e promosso da Ottavo Miglio – associazione nata proprio da quell’esperienza – porta all’attenzione del pubblico il tema della salvaguardia della natura, quest’anno riassunta nel titolo “Impronte”.
«L’obiettivo è consapevolizzare le persone sui danni che facciamo alla Terra, problema da affrontare non solo singolarmente ma a livello sistemico – illustra il presidente dell’associazione Gioele Rigoni – Vedo spesso l’essere umano come un parassita del pianeta, capace di inquinare qualsiasi posto egli riesca a raggiungere, addirittura l’Everest. Nel nostro festival adottiamo piccole attenzioni, come l’utilizzo della bioplastica e materiali di riciclo. Costruiamo inoltre a mano quasi tutte le nostre strutture, trasformando ad esempio le bobine in sedute per il pubblico». Non solo musica e cibo animeranno la manifestazione, ma anche attività intergenerazionali, come laboratori per i piccoli sui giochi del passato e per gli adulti sessioni di yoga e l’aperitivo con pittura.
Assieme alla sensibilizzazione, tutto concorre anche all’obiettivo della solidarietà da sempre perseguito dai volontari: «Tolte le spese, i ricavati vengono sempre devoluti in beneficenza e durante l’anno viviamo spesso ciò che abbiamo creato durante il festival – continua Rigoni – Ad esempio, abbiamo portato un aiuto e pranzato assieme agli sfollati del ponte Morandi a Genova oppure abbiamo messo a dimora degli alberi dopo la disastrosa tempesta Vaia. Siamo dunque attenti non solo all’ambiente ma anche ai più deboli e fragili». Obiettivi e risultati resi possibili grazie alla sempre in crescita partecipazione del pubblico ma anche all’impegno dell’associazione Ottavo Miglio, composta da molti giovani: «Siamo proprio noi che dobbiamo cambiare i modi quotidiani – conclude il ventiseienne presidente Rigoni – Personalmente credo che le precedenti generazioni siano cresciute in un contesto che le ha portate a privilegiare l’individualismo e il concetto del successo sullo stile imprenditoriale. Nonostante la consapevolezza che si pagheranno le conseguenze di un uso delle risorse maggiore di quante prodotte dalla natura, molti preferiscono non far entrare questa realtà nelle loro case. Noi giovani, invece, che vivremo in quel mondo futuro dobbiamo affrontare il tema per risolverlo così da garantire un futuro anche ai nostri figli». Programma sulla pagina Facebook Porto Vecchio Festival.