Chiesa
Nel cuore dell’Anno Santo e alla vigilia della Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, Papa Leone XIV ha incontrato a Roma centinaia di sacerdoti, formatori, seminaristi e animatori vocazionali giunti da tutto il mondo per l’evento internazionale «Sacerdoti felici – Vi ho chiamato amici», promosso dal Dicastero per il Clero. In un discorso intenso e familiare, il Pontefice ha rilanciato con forza il tema della felicità sacerdotale, radicandolo in una relazione profonda e personale con Cristo.
«È possibile essere sacerdoti felici», ha affermato, «perché Cristo ci ha chiamati, Cristo ci ha fatti suoi amici». E proprio l’amicizia con il Signore – tema centrale dell’incontro – è stata al centro della sua riflessione: non come semplice espressione affettuosa, ma come chiave interpretativa del ministero presbiterale.
Il Papa ha individuato tre implicazioni fondamentali per la formazione sacerdotale: innanzitutto la relazionalità, che plasma l’intera persona e rende autentico l’annuncio; poi la fraternità, da vivere concretamente tra presbiteri e vescovi come stile ecclesiale e sinodale; infine, la capacità di amare, ascoltare, servire, che trova fondamento nell’esempio dei formatori e nella vita comunitaria dei Seminari.
Pur riconoscendo le difficoltà che oggi attraversano la vita presbiterale, Leone XIV ha espresso fiducia nella fedeltà di Dio e ha incoraggiato a non temere proposte vocazionali forti e liberanti, capaci di intercettare la sete di infinito di tanti giovani. «Quando uno crede, si vede: la felicità del ministro riflette il suo incontro con Cristo», ha detto.
Il Pontefice ha poi ricordato l’enciclica Dilexit nos di Papa Francesco come dono prezioso per tenere insieme mistica e impegno sociale, contemplazione e annuncio. Alla luce di essa, ha rinnovato l’appello alla missione, affinché ogni sacerdote sia strumento dell’amore di Cristo che «si prende cura, raduna, guarisce, sostiene».
L’incontro si è concluso in un clima familiare, con un abbraccio simbolico tra il Papa e un sacerdote, a nome di tutti, e con una preghiera comunitaria. «Nessuno qui è solo», ha assicurato il Pontefice, esortando i presenti a coltivare la vicinanza con Dio, con il proprio vescovo e tra sacerdoti stessi. «Siamo amici di Cristo, fratelli tra di noi e figli della sua tenera Madre Maria, e questo ci basta».