“Proprio nel periodo in cui la nostra Chiesa diocesana si prepara ad accogliere i diversi vacanzieri che giungono da ogni dove – scrive in una lettera il presule alla diocesi – siamo costretti a constatare la grave situazione di incendi che si verificano nella nostra nazione e la Calabria risulta essere la regione più colpita: dal 1° gennaio fino al mese di giugno, il 70% degli incendi registrati hanno riguardato la nostra Regione e, in particolare, alcune zone proprio della nostra diocesi, sia nel territorio dell’alto tirreno cosentino che in quello interno, a ridosso della catena montuosa del Pollino”.
Le cause di questi atti sono diverse: alcune volte – sottolinea mons. Rega – “rispondono proprio all’idea di provocare intenzionalmente un atto doloso e, francamente, non si riesce proprio a capire quale potrebbe essere l’utile, a fronte di tanti e tali danni provocati e, in qualche caso, con il rischio di perdite di vite umane”. Altri fattori potrebbero essere “persino accidentali, per mancata attenzione e non curanza della terra in cui viviamo”. Nell’uno e nell’altro caso – sottolinea il presule calabrese – “non possiamo non fare appello alla responsabilità di chi ci governa perché avvii, con urgenza, la prevenzione necessaria perché questi atti non si ripetano”. Il vescovo si rivolge a tutti credenti e no, perché “maturino un senso di maggiore responsabilità verso il nostro territorio e, in particolare, verso le nostre zone boschive che, oltretutto, costituiscono un patrimonio unico e raro, come nel caso dei pini loricati che sono anche più facilmente esposti al rischio incendio”. L’invito è quello di “vivere un rapporto diverso con la natura e con i nostri boschi. Qui, proprio nel territorio della nostra diocesi, ci sono zone ove trovarono ospitalità i monaci Basiliani, nelle forme dell’eremitaggio e dei cenobi, per vivere all’insegna della spiritualità attraverso il creato. Non fermiamoci, dunque – è l’appello di mons. Rega – solo alla prevenzione antincendio, apriamoci all’idea della contemplazione di Dio attraverso il creato”. “Approfittiamo di questo tempo di vacanze per guardare con un occhio diverso i nostri alberi, i sentieri di montagna che in alcune zone abbiamo a due passi dal mare”, scrive ancora mons. Rega ricordando che nel giugno scorso, insieme ad un gruppo di sacerdoti, “abbiamo vissuto il nostro giubileo sacerdotale e abbiamo fatto visita Sacro Speco di San Benedetto, in Subiaco. Abbiamo potuto constatare con mano anche noi, come nel cuore della natura si respiri, incontaminata, quell’aria di Dio da cui venne sedotto e affascinato il santo monaco. Chiunque di noi abbia fatto una passeggiata in alta montagna, credo si sia reso conto della bellezza che si respira, dei paesaggi che si offrono alla nostra contemplazione”.