Chiesa
Domenica 20 luglio, Leone XIV ha presieduto la Messa giubilare nella Cattedrale di San Pancrazio ad Albano Laziale, nel cuore di una visita che si inserisce nel cammino dell’Anno Santo e che testimonia l’attenzione del Papa verso le Chiese suburbicarie. Il Pontefice è giunto a piedi alle 9, attraversando Piazza Pia dopo essere uscito dalle Ville Pontificie, e ha salutato i fedeli presenti prima di raggiungere il sagrato. Ad accoglierlo, il vescovo di Albano, mons. Vincenzo Viva, e il sindaco Massimiliano Borelli. Presenti anche le autorità dello Stato, i sindaci dei tredici Comuni del territorio diocesano, rappresentanti delle forze dell’ordine e della prefettura.
La celebrazione eucaristica, iniziata alle 9.30, è stata concelebrata dal card. Michael Czerny, da mons. Viva e da circa 80 sacerdoti. Sul presbiterio, una copia dell’icona bizantina della Madonna della Rotonda, proveniente dal santuario cittadino omonimo. Al termine, Leone XIV ha salutato alcuni ammalati accompagnati dall’Unitalsi e i collaboratori della Curia.
Durante l’omelia, il Papa ha invitato a riscoprire il valore del silenzio e della meditazione come dimensioni fondamentali della vita cristiana: «Dare spazio al silenzio, all’ascolto del Padre che parla e “vede nel segreto”, è una dimensione della vita cristiana che oggi abbiamo particolarmente bisogno di recuperare». E ha proseguito: «Se è importante che viviamo la nostra fede nella concretezza dell’azione e nella fedeltà ai nostri doveri, è però pure fondamentale che lo facciamo partendo dalla meditazione della Parola di Dio e dall’attenzione a ciò che lo Spirito Santo suggerisce al nostro cuore».
Nel cuore dell’estate, Leone XIV ha suggerito di vivere questo tempo come occasione di grazia: «I giorni estivi possono essere un momento provvidenziale in cui sperimentare quanto è bella e importante l’intimità con Dio, e quanto essa può aiutarci anche ad essere più aperti, più accoglienti gli uni verso gli altri». Da qui, un’esortazione alla cura reciproca: «Offrirci reciprocamente comprensione e consiglio: questo ci fa sentire amati, e tutti ne abbiamo bisogno».
Il Papa ha poi insistito sul valore della fatica quotidiana come luogo di costruzione del Regno: «Costa fatica, ad esempio, nell’ascolto e nel servizio, la fedeltà e l’amore con cui un papà e una mamma mandano avanti la loro famiglia, come pure costa fatica l’impegno con cui i figli, a casa e a scuola, corrispondono ai loro sforzi. Costa fatica capirsi quando si hanno opinioni diverse, perdonarsi quando si sbaglia, prestarsi assistenza quando si è malati, sostegno quando si è tristi».
Ha citato sant’Agostino: «Passerà la fatica e arriverà il riposo; ma si arriverà al riposo unicamente attraverso la fatica». E ha concluso: «Abramo, Marta e Maria ci ricordano proprio questo: che ascolto e servizio sono due atteggiamenti complementari con cui aprirci, nella vita, alla presenza benedicente del Signore».