Idee
“Compiti delle vacanze”. Provando a digitare sul web si trova un po’ di tutto. Interessante la descrizione che offre immediatamente l’intelligenza artificiale, riferendosi in particolare alla fascia delle elementari: “I compiti delle vacanze per la scuola primaria dovrebbero essere un’opportunità per mantenere attive le conoscenze e le competenze acquisite durante l’anno scolastico, senza essere vissuti come un’imposizione, ma piuttosto come un modo per scoprire, esplorare e divertirsi con la conoscenza”.
Scoprire, esplorare e divertirsi: in fondo questo è proprio il bello della scuola e dello studio in generale. Scoprire orizzonti e mondi che esulano dall’orizzonte ristretto in cui si vive, esplorare, attraverso i libri, gli incontri, l’esperienza degli adulti, la realtà, la storia, il passato con lo sguardo al presente e al futuro. E poi divertirsi: questo è l’ingrediente segreto di ogni buona scuola. Si impara davvero se ci si diverte, cioè se la messa in moto delle proprie risorse, l’impegno per lo studio e la conoscenza perde la “pressione” del risultato per guadagnare la leggerezza e la curiosità della scoperta, se acquista il beneficio della cooperazione, della condivisione, del sorriso complice in un percorso collettivo di messa alla prova di se stessi.
Detto questo vale la pena di interrogarsi quando e quanto questi aspetti incrociano davvero la nostra esperienza scolastica e – per restare al tema dei compiti delle vacanze – il suo proseguimento “estivo”.
Da anni si polemizza sull’opportunità di affidare agli studenti gravose incombenze nei mesi estivi, per non “perdere il ritmo” dello studio e dell’impegno fuori dalle aule scolastiche. A parte il fatto che probabilmente si tratta più di un “mito” che di una realtà – davvero è così diffusa questa pratica vessatoria? – resta la riflessione sul “tempo vuoto” dalla scuola che forse un po’ irenicamente c’è chi vorrebbe impegnato ad alzarsi tardi, fare sport, leggere, uscire con gli amici.
Buoni consigli, certamente. Ma la realtà dei nostri ragazzi dove la mettiamo? In particolare per gli adolescenti forse la cosa più azzeccata è l’alzarsi tardi. Anzi, il più delle volte restare sul letto tutto il giorno: telefonino in mano, cuffiette nelle orecchie, videogiochi, chat e una specie di sonnolenza continua. I libri? Qualche genitore li vede in mano agli adolescenti? E lo sport? Sì, qualche volta. Gli amici? A distanza di cellulare. Poi si esce, anche. Magari di notte.
Insomma, esistono un mondo ideale e un mondo reale che non sempre coincidono. Nel migliore dei mondi possibili forse le famiglie attente e disponibili per i figli sono in grado di stimolarli a rendersi attivi, curiosi, propositivi… ma nella quotidianità in cui siamo normalmente immersi, tra impegni di lavoro, adulti distratti da mille impegni e ragazzini e adolescenti che devono misurarsi col tempo davvero vuoto le teorie restano tali.
E i “compiti delle vacanze”? Certo che le esagerazioni non vanno bene: riempire gli zaini anche in luglio e agosto, pressare con ansie da prestazione anche durante l’estate non ottiene buoni risultati. Ma calibrare le richieste, offrire opportunità, proporre strade da percorrere, magari aiuta.
È vero che a volte – come sottolineano alcuni – la scuola è ferma a modelli del passato. Ma non tutto funziona male. E il buon senso, oltre che la passione educativa e le competenze dei docenti (magari capaci persino di stimolare le famiglie) possono ancora aiutare. Anche durante il tempo estivo.