Giubileo dei giovani. 33 pellegrini da Cipro, Paese diviso dal 1974. Nel cuore un desiderio di unità
Si apre oggi a Roma (fino al 3 agosto) il Giubileo dei Giovani. Attesi centinaia di migliaia di giovani da tutto il mondo. Tra loro anche 33 giovani da Cipro, l’unico Paese dell’Ue, diviso dal 1974 da un muro che separa la zona greca da quella turca. Un Paese spaccato ma anche un ponte tra Europa e Terra Santa, visto che la chiesa latina locale fa parte del Patriarcato latino di Gerusalemme, guidato dal card. Pierbattista Pizzaballa. Da Cipro alla Porta Santa con un grande desiderio di unità e di incontro, come racconta al Sir il loro vescovo, mons. Bruno Varriano
A Roma per il Giubileo dei giovani ci sono anche 33 pellegrini provenienti dall’isola di Cipro, l’unico Paese dell’Ue spaccato in due. Da una parte la zona controllata dalla Grecia e dall’altra quella dalla Turchia. Le lancette della storia cipriota sono ferme al 1974, quando l’esercito della Turchia occupò il Nord dell’isola. Da allora le due parti sono separate da un muro e da una buffer zone (zona cuscinetto) sotto controllo dell’Onu. La Turchia attualmente controlla il 37% dell’isola. Comprensibile, allora, come i giovani dell’isola giungano a Roma con un grande desiderio di unità e di essere abbracciati dai giovani di tutto il mondo. A raccontare al Sir il Giubileo dei pellegrini ciprioti è mons. Bruno Varriano, dal gennaio del 2024, vescovo ausiliare del Patriarcato latino di Gerusalemme. La chiesa latina di Cipro, infatti, fa parte della diocesi guidata dal card. Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme.
Ricchi di storia. “Siamo una chiesa ricca di storia – ricorda mons. Varriano, frate minore della Custodia di Terra Santa –. Siamo una comunità rispettata, riconosciuta dallo Stato, la cui appartenenza alla comunità nazionale, in una società prevalentemente greca, è testimoniata dalla nostra storia, quasi millenaria.
Siamo una piccola realtà di Chiesa cattolica, inserita in un contesto religioso, in particolare greco-ortodosso ma non solo, con il quale collaboriamo in spirito di armonia e di rispetto.
Come dimostra il sostegno che riceviamo dal primate Georgios III. Tra i nostri fedeli si contano cristiani di diverse culture, ciprioti greci, migranti dalle Filippine, dallo Sri Lanka, dall’India, dal Pakistan, da tanti Paesi africani, come Congo, Nigeria”.
La ferita della divisione. “Arriviamo come pellegrini feriti dalla divisione ma anche ricchi di speranza, come ci esorta il tema del Giubileo, ‘Pellegrini di speranza’” spiega il vescovo che ci tiene a far conoscere il percorso di preparazione che ha portato i giovani a Roma. “Una realtà, quella giovanile cipriota, in grande crescita. Abbiamo partecipato alla Giornata mondiale della Gioventù di Lisbona, abbiamo intrapreso il cammino di Santiago de Compostela, e adesso il Giubileo dei giovani. I nostri giovani sono multiculturali, hanno diverse provenienze, ci sono anche figli, nati a Cipro, di immigrati. Questo è il volto della chiesa di Cipro”.
“Essere a Roma è un segno di speranza per tutti i giovani ciprioti”.
Il programma. Il programma del gruppo cipriota è fitto di impegni: il 26 luglio i giovani sono arrivati ad Assisi e come primo atto hanno partecipato ad un momento di preghiera con altri pellegrini in cammino verso Roma. “Hanno potuto ascoltare le parole del patriarca Pizzaballa, visitare la tomba di Carlo Acutis, un esempio moderno di santità, e fare esperienza di fraternità nello stile francescano” spiega mons. Varriano. “Un buon viatico per arrivare a Roma desiderosi di mettersi in gioco sul piano della fede e dell’incontro” afferma convinto il vescovo. “Sono davvero preparati per fare un’esperienza di radicalità e di essenzialità con tanti giovani del mondo con cui condividono la stessa fede.
Per noi che siamo minoranza in mezzo agli ortodossi e ai musulmani, il Giubileo è assaporare la bellezza della Chiesa universale.
Sono questi i momenti che mancano un po’ ai nostri giovani. Non veniamo in gita ma per fare una forte esperienza di fede”. E ancora: “vogliamo uscire dai nostri ghetti e andare verso gli altri. I giovani ciprioti hanno un gran desiderio di comunione e di unità”. Il resto lo faranno le celebrazioni con Papa Leone XI a Tor Vergata, le confessioni al Circo Massimo e il passaggio della Porta Santa.
Il sogno e la speranza. La speranza di mons. Varriano per questo Giubileo alimenta anche un sogno per il futuro: “portare con noi, nelle prossime iniziative, anche i giovani della zona turca costretti a restare nell’isola perché è stato negato loro il visto”.
“Non smettiamo di sognare e di sperare. I nostri giovani, cattolici e ortodossi, vogliono la pace. I giovani di Terra Santa vogliono la pace. Le iniziative di pace e di unità partono da loro perché sono stanchi di divisioni e di guerre”.