Fatti
Il 20 gennaio 2025 un incendio catastrofico è divampato nella zona di Manguo in Kenya, causando ingenti danni e sfollamenti. In totale, l’incendio ha distrutto 110 case, lasciando senza casa 91 famiglie. Il Saint Martin Csa – organizzazione nata a Nyahururu dai missionari fidei donum padovani – ha attivato il “Programma di risposta alle emergenze”, mobilitandosi prontamente per offrire supporto immediato e a lungo termine alle famiglie colpite. Tutto questo è stato possibile anche grazie alle tante persone che hanno dato il loro contributo: «Grazie alla vostra generosità – si legge in una nota di Fondazione Fontana (che si occupa di cooperazione internazionale dal 1998, operando a Padova e aTrento per il sostegno del Saint Martin, ma non solo) – sono stati destinati 31.370 euro all’emergenza Manguo, per finanziare un progetto della durata prevista di un anno. Siamo felici di condividere con voi i risultati e i progressi di questi primi mesi di intervento».
Con un approccio orientato al superamento della mentalità assistenzialista, il progetto promuove la responsabilizzazione e la fiducia nel potenziale umano di ogni individuo. Si tratta di un processo di lungo periodo che viene attuato con il coinvolgimento di un team di cinque volontari (quattro uomini e una donna) della comunità di Manguo.
Al di là delle conseguenze dell’incendio, i partecipanti al progetto devono affrontare problemi sociali e sanitari profondamente radicati, quali l’abuso di sostanze stupefacenti, la violenza di genere, i maltrattamenti tra coniugi e bassi livelli di alfabetizzazione. Ciò richiede un approccio multidimensionale nell’attuazione delle attività. Ecco perché il progetto collabora con altri programmi/progetti del Saint Martin (programma per la salute mentale, programma per i bambini bisognosi e progetto sul genere) al fine di garantire interventi a tutto tondo.
Il programma per l’emergenza Manguo, grazie al supporto della comunità, interviene su più fronti:
* fornire a 20 persone affette da malattie terminali e croniche una copertura assicurativa sanitaria della durata di un anno;
* aiutare 20 studenti che hanno perso giorni di scuola per mancanza dei contributi scolastici affinché possano continuare la loro istruzione per un anno. I beneficiari, identificati dagli assistenti sociali, avevano arretrati scolastici compresi tra 1.500 e 32 mila scellini kenioti: ciò indica una vulnerabilità che esisteva già molto prima dell’incendio. Tutti e 15 sono stati sostenuti con tasse scolastiche in base alle necessità. Altri 5 studenti dei centri di formazione professionale saranno sostenuti nel secondo trimestre del progetto;
* fornire assistenza legale a 7 sopravvissuti all’incendio di Manguo che hanno perso documenti importanti: carte d’identità, certificati di nascita, titoli di proprietà terriera e lettere di assegnazione, certificati scolastici, carte bancarie, patenti di guida e tessere del Fondo nazionale di previdenza sociale.
* aiutare le persone sopravvissute all’incendio a rafforzare e/o diversificare i loro mezzi di sussistenza attraverso gruppi di auto aiuto. Il progetto ha individuato 75 capi-famiglia attraverso un processo partecipativo. L’approccio, basato sui gruppi di auto-aiuto, prevede un sistema di autoregolamentazione in cui ciascun gruppo contribuisce con piccole somme di denaro assegnandole a rotazione ad uno dei membri. I gruppi di auto-aiuto sono uno strumento fondamentale che offre alle persone vulnerabili uno spazio in cui condividere le proprie esperienze e i propri problemi;
* ridurre i rischi di incendio nelle baraccopoli di Manguo grazie a un’illuminazione pulita, sicura e conveniente.Il progetto ha valutato 71 persone per il supporto al sistema di illuminazione solare. Nella seconda parte del progetto verranno formati e sensibilizzati gli abitanti delle baraccopoli per prevenire e affrontare i rischi di incendio.
Per approfondire: fondazionefontana.org