Storie
«La Vergine Maria ottenga per le popolazioni del Bassanese l’abbondanza delle benedizioni di Dio». È la dedica che papa Giovanni Paolo II ha voluto lasciare a perpetua memoria sulla statua in bronzo della Madonna di Fatima, che da venticinque anni “guarda giù” dal Monte Caina, ad abbracciare tutte le terre del Bassanese. Più che una frase è una preghiera di intercessione detta da un santo papa, per questo di sicuro effetto, incisa su una lastra di bronzo incastonata nell’imponente basamento in marmo, assieme a un’altra con gli stemmi dei venti Comuni del comprensorio bassanese.
Dobbiamo immaginare l’entusiasmo di quell’anno 2000, quando si iniziò a costruire il basamento e si affidò allo scultore Romeo Sandrin la realizzazione della statua in bronzo dorato alta 1 metro e 85 centimetri. Ho potuto esserne testimone, perché mio padre, Toni, era tra gli alpini che quel basamento l’hanno costruito, ed era nel gruppo che aveva in custodia la statua della Madonna nel trasferimento in volo che l’avrebbe portata a Fatima per la benedizione del vescovo della Diocesi di Leiria e poi a Roma per la benedizione del papa. Come molti altri, mio padre non aveva mai preso l’aereo e un po’ di preoccupazione c’era, ma se la mise dietro le spalle per l’onore di portare in questo santo pellegrinaggio la statua della Madonna che sarebbe stata posta sopra il monte Caina, a guardare giù, per benedire il primo paese che si presenta allo sguardo, Campese, la cui parrocchia era proprietaria della cima del monte.
L’idea e la realizzazione
All’imbocco della Valsugana il monte Caina è una sorta di finestra che si affaccia sul monte Grappa e sulla pianura bassanese, abbellita dalle serpentine del fiume Brenta. L’idea di collocare qui la statua della Madonna è stata geniale. Venne a tre persone, tre laici ispirati da ideali e devozione: Giovanni Artuso, Giovanni Scalco e Giampaolo Bizzotto, che in un sabato dell’ottobre 1998 raggiunsero a piedi la cima del monte, e dopo un momento di preghiera ai piedi della grande croce che proviene dall’Ossario di Redipuglia e portata dagli alpini di Campese, pensarono che si poteva collocare qui una statua della Madonna di Fatima in occasione del Giubileo del 2000. Allo stesso modo che nel Giubileo del 1900, quando venne collocata sul monte Grappa la Madonna con il Bambino, poi benedetta l’anno successivo dal patriarca di Venezia, il futuro
papa Pio X.
Alle immaginabili difficoltà che una tale idea presentava, vennero in soccorso alcune buone combinazioni. La prima, che l’anno successivo fu eletto sindaco di Bassano del Grappa Giampaolo Bizzotto, uno dei tre, e subito mise in moto la macchina burocratica e i primi stanziamenti comunali. La seconda, che mons. Andreatta, responsabile dell’Opera Romana Pellegrinaggi e coinvolto nella preparazione del Giubileo del 2000, era di passaggio nella sua casa di Crespano del Grappa, a pochi chilometri da Bassano. Venne subito fatto partecipe dell’iniziativa, e la appoggiò.
La terza, che Domenico Brunello si offrì per coprire tutte le spese della statua in bronzo, e i Comuni del comprensorio si presero in carico le spese per la corona in argento e pietre preziose.
Dal 4 al 9 giugno del 2000 la statua venne portata a Fatima accompagnata da 130 bassanesi, con in testa il sindaco di Bassano e il vicario della Diocesi di Vicenza. Dopo venti giorni, mercoledì 28 giugno, papa Giovanni Paolo II incoronò la statua al termine dell’udienza generale in Piazza San Pietro, impartì la benedizione e si congratulò con i sindaci del territorio e con i circa 300 cittadini del comprensorio presenti, per l’esempio di fede e di devozione.
La collocazione sul monte Caina
Tutto era pronto, domenica pomeriggio 14 ottobre 2000, per l’appuntamento solenne di “intronizzazione” e benedizione della statua: c’erano il vescovo di Padova Antonio Mattiazzo, l’abate di Bassano, sacerdoti, autorità civili e militari, i gonfaloni dei Comuni, il coro e la banda musicale di Campese, gruppi di associazioni e di volontari, tantissime persone. Solo il tempo era incerto, con nubi oscure che andavano e venivano, lasciando però sprazzi di sole, proprio come la vita. Infine arrivò dal cielo, in elicottero, anche il card. Marco Cè, patriarca di Venezia, e si poté dare avvio alla solenne celebrazione eucaristica. Al termine della quale venne letto l’atto di affidamento a Maria, con parole che mantengono nel tempo la loro freschezza e pregnanza: «Madre Santissima, da questo monte Caina a te affidiamo noi stessi, i nostri paesi e amministrazioni, perché l’impegno sociale, politico ed ecclesiale sia posto al servizio della crescita integrale di ogni persona e perché Dio conceda grazia, salvezza, benedizione e pace».
A distanza di venticinque anni tutti questi significati vengono fatti rifiorire.

Papa Giovanni Paolo II incoronò la Madonna del monte Caina (nella foto) in Piazza San Pietro, durante il Giubileo del 2000. A distanza di 25 anni, durante il Giubileo della speranza, si rinnova il ricordo e la devozione con la celebrazione di domenica 31 agosto sul monte Caina, per implorare la materna protezione di Maria su tutti, in particolar modo sulle genti bassanesi.
Per la commemorazione del 25° anniversario della collocazione della statua della Madonna di Fatima sul monte Caina, il programma di domenica 31 agosto prevede il ritrovo alle 10.45 presso la sbarra che si incontra lungo il tragitto che dal paese di Rubbio va al monte Caina. Da qui prenderà avvio la processione con i gonfaloni dei Comuni del comprensorio bassanese e l’accompagnamento della banda musicale Teofilo Folengo di Campese.
Alle 11.50 ci sarà la benedizione della statua restaurata a cura del Comitato appositamente costituito e presieduto dall’ex sindaco di Bassano, Giampaolo Bizzotto. Alle 12 la Messa presieduta dal vescovo di Vicenza, mons. Giuliano Brugnotto, e dal vicario Generale della Diocesi di Padova, mons. Giuliano Zatti. Si concluderà con il saluto delle autorità ed il rinfresco offerto dal Comitato Giubileo Madonna Monte Caina e dal Gruppo Alpini di Campese.