Chiesa
In questi mesi l’entusiasmo per la canonizzazione di Carlo Acutis, rimandata, dopo la morte di Papa Francesco, dal 27 aprile al 7 settembre, è cresciuto ancora di più. Trepidanti e pieni di gioia, giovani coppie, famiglie, bambini e ragazzi della parrocchia San Leone Magno di Bitonto, nella diocesi di Bari-Bitonto, partiranno a bordo di due pullman, nella notte tra sabato e domenica, alla volta di Roma. Perché Carlo Acutis, come dice Vincenzo, tra i parrocchiani in partenza, è “fonte di ispirazione. Tutti, indistintamente da età e stato sociale, dovremmo imitarne la maturità religiosa e le innumerevoli virtù”.
In piazza san Pietro, mamme, papà e ragazzi indosseranno una maglietta che racconta una storia di fede e di speranza. In primo piano è raffigurato il futuro santo con il volto radioso e con lo zaino in spalla, pronto ad accompagnare i “suoi amici”, sullo sfondo, invece, il campanile del convento di Bitonto si staglia contro un cielo rischiarato da un arcobaleno, simbolo di rinascita dopo le tempeste della vita. La canonizzazione del 7 settembre “sarà la tappa più importante di un cammino vissuto con amore percorrendo ‘l’autostrada per il Cielo’ che passava attraverso l’Eucaristia”, spiega Leopoldo. “Un momento di gioia e di gratitudine”, sottolinea Eleonora, ricordando come la testimonianza di Carlo la spinga a vivere con autenticità. “Anche nelle piccole azioni quotidiane posso riflettere la luce di Dio. Con il suo sorriso contagioso, Carlo continua a guidarci verso la santità, rimanendo un faro luminoso per le generazioni future”. “Ci insegna che non dobbiamo rinunciare alle nostre passioni per essere cristiani – aggiunge Vito – . Dimostra che anche per i giovani, attraverso mezzi moderni come internet, è possibile raggiungere la santità”. “Carlo ci ricorda che questa non è lontana – gli fa eco Giada – e che può essere vissuta anche oggi, nel quotidiano, tra scuola, amici e passioni. Ci invita a non sprecare la vita, a puntare in alto, a cercare Dio in ogni cosa”.
“Sapere che ci sarà un santo giovane in Paradiso – continua Emanuele – mi dà sollievo e speranza. Carlo farà da mediatore dando voce alle preghiere di noi giovani”.
Il cammino, che culminerà domenica prossima, ha radici profonde nella storia della parrocchia e del parroco uscente, padre Leonardo Civitavecchia. Il frate francescano, che accompagnerà i giovani a Roma “in questa bella avventura, degna conclusione degli anni trascorsi insieme”, è anche cantautore di musica cristiana. Ispirandosi a Carlo Acutis, nel 2019 ha pubblicato il suo ottavo album, “Guarda il Cielo”, “un invito a sollevare lo sguardo, a riconoscere la bellezza del creato e la presenza di Dio nella vita di ogni giorno”. Un messaggio che ogni giovane dovrebbe far suo. Così, nel 2021, padre Leonardo fa affiggere nella sala d’ingresso del catechismo di San Leone Magno una gigantografia di Carlo con una delle sue frasi più celebri: “Tutti nasciamo originali, ma molti muoiono come fotocopie”, un invito per i ragazzi a valorizzare la propria unicità. Ancora, nel 2024, nel chiostro del convento, accanto a un’immagine di Carlo Acutis viene posto un grande Crocifisso bronzeo. È così che nasce “l’angolo della preghiera”, un pezzo di “Paradiso”, dove poter meditare in silenzio.
Non solo. La parrocchia di San Leone Magno ha avuto il privilegio di accogliere per ben due volte la reliquia dei capelli di Carlo, custodita dalla Provincia dei Frati minori di Puglia e Molise: la prima durante il 60° anniversario della parrocchia, nel 2023 e la seconda, più recentemente, il 7 aprile scorso. “In quest’ultima occasione, momenti intensi di preghiera, durante la Quaresima, come il Rosario e la Via Crucis con Carlo, hanno coinvolto profondamente sia giovani che adulti. E i due pullman in partenza per la canonizzazione, riempiti in pochissimo tempo, sono il segno tangibile del fervore e dell’attesa. Carlo piace a grandi e a piccoli non solo per la sua creatività nell’ambito digitale, attraverso cui comunicava valori e bellezza, come ricorda Papa Francesco nell’esortazione apostolica Christus vivit, che abbiamo riletto, emozionandoci, in parrocchia”, afferma il francescano. “La sua forza – sottolinea ancora padre Leonardo – risiede anche nella sua profonda sintonia con la spiritualità di San Francesco e Chiara d’Assisi. Un legame che ci ricorda quanto il Vangelo sia sempre vivo, attuale, giovane, capace di parlare al cuore delle nuove generazioni”.
“Carlo non è solo il santo dei giovani – conclude –, è il santo giovane che ha vissuto concretamente, ogni giorno, il Vangelo.
Il suo ‘Kit per diventare santi’ – Eucaristia, Rosario, carità, attenzione ai poveri – è semplice, ma rivoluzionario. Carlo era un ragazzo come tanti: scuola, amici, computer, ma con uno sguardo innamorato di Cristo”.